Lanciano (Ch), 8 Agosto 2013 - Lanciano Blues Festival - Piazza Plebiscito
Galleria fotografica Non mi sembra ancora vero, anzi, mi appare ancora un po’ strano il fatto di avere assistito ad un concerto del genere in piazza. Un fantastico regalo fatto alla città di Lanciano dalla bella realtà dell’associazione Lanciano Blues Festival e da Lucio Di Francesco che, sfidando immancabili problemi di budget, sono riusciti in un intento davvero titanico, considerata anche la gratuità dell’evento. Un altro punto importante è il piacere ed il coraggio di aver voluto far conoscere artisti di notevole spessore, tra i migliori in circolazione, anche se non troppo noti al grande pubblico. Nonostante ciò, il riscontro di piazza è stato davvero buono, considerando anche la coincidenza cronologica delle ferie agostane che ha sicuramente decimato in parte il numero di spettatori potenziali. La serata è stata aperta dall’interessante progetto locale Lo Project, già ospite in una delle precedenti edizioni del festival, questa volta sotto forma di quartetto. Nel breve arco di mezz’ora, presenta al pubblico di Lanciano una sintesi del progetto strumentale denominato Blue Train: un mix di sonorità jazz, latine e blues dalla forte connotazione melodica che si lascia ascoltare con estrema piacevolezza. Sono le 22.15 circa ed è la volta dell’attesa entrata di Stick Men, progetto creato da Tony Levin. Il bassista, affiancato dall’altro compagno crimsoniano, Pat Mastelotto, guadagna il palco. I due sono spesso assieme anche nella proficua collaborazione con il California Guitar Trio. Completa il fantastico trittico Markus Reuter, chitarrista di notevole spessore, appartenente alla galassia di Robert Fripp e già stretto collaboratore di Mastelotto nello sperimentale progetto Tuner. Il musicista tedesco porta in dote nel gruppo, grande capacità tecnica e di ricerca sonora. Ne è un esempio la Touch Guitar® da lui ideata, evoluzione del Chapman Stick imbracciato da Levin e “cugina” della Warr Guitar di Trey Gunn. Prima della esibizione, il presentatore della serata ha illustrato brevemente lo strumento, aggiungendo come in Italia lo Stick sia praticamente sconosciuto. Le cose non stanno esattamente così, ed una piccola correzione va doverosamente fatta. Nel nostro paese esiste una discreta comunità di bravi stickisti che ne pratica da molti anni l'esercizio. Una delle migliori rappresentanti di questo insolito strumento è senza dubbio la compianta Virginia Splendore, intervistata da noi nel 2010 ed ospite singolarmente a Lanciano alcuni anni fa con il proprio personale progetto. Il trio presenta in questo tour buona parte del nuovo lavoro Deep, disco più movimentato e godibile rispetto al precedente lavoro Open, orientato verso una forma più ambientale e di sperimentazione. Il live si apre con la potente “Nude Ascending Staircase” in cui Levin e Mastelotto sostengono il moto ritmico mentre dall'altra parte Reuter si sovrappone con l'imponente suono frippiano della sua Touch Guitar. Si continua con altri due pezzi del nuovo disco, il cadenzato e tagliente riff di “Hide The Trees” e l'evocativa “Crack In The Sky”, presentata e cantata da Levin in italiano (per l’occasione, ribattezzata “Uno Spiraglio nel Cielo”). Nonostante si schermisca più volte per la qualità approssimativa della lingua, il bassista statunitense non se la cava affatto male con l'italiano. Il lavoro di Mastelotto alle sezioni elettroniche è notevole, ma è un aspetto già noto, in quanto musicista apprezzato proprio per la sua notevole capacità di coniugare attrezzatura classica con un forte impiego di pad e loop. Non dimentichiamoci di Reuter, dotato di tecnica superiore, dedito instancabilmente a modulare il suono con il proprio laptop e attraverso le pedaliere garantendo un enorme apporto all'amalgama melodico e sonoro del trio. Durante la serata c'è spazio anche per un po' di nostalgia crimsoniana-frippiana, ecco allora servita subito la ruvida “Breathless” estrapolata dall'album Exposure di Fripp (brano che anni dopo verrà ripreso e destrutturato in Vrooom dallo stesso musicista inglese), la riarrangiata “Vrooom Vrooom” risalente a Thrak, album in cui i King Crimson sperimentarono la formazione del double trio, pur non ottenendo pienamente la potenza ed espressività sperata. Si torna poi negli anni '80 con la monolitica “Industry”, estratta da Three of A Perfect Pair, disco che segnò il secondo scioglimento dei KC. Non mancano ampi spazi improvvisativi nel brano bonariamente presentato da Levin come “The Lanciano Improv” e nella successiva “Open Pt.3”, dove si torna ad un approccio maggiormente orientato a quello che si definisce "flusso di coscienza". Levin ricorre, inoltre, all'impiego dell'archetto per estrarre suoni più fluidi dal proprio Stick. Qui il gruppo innesta all'interno dell'improvvisazione il brano “Horatio”, estratto sempre da Deep. Siamo ormai al termine, il pubblico visibilmente soddisfatto chiede ancora un brano ed eccolo accontentato con la graffiante "Larks' Tongues In Aspic pt.II" che conclude una serata davvero molto particolare, insperata e che personalmente ha creato un po' di stordimento e d'incredulità. Trovarsi al cospetto di tre musicisti che si adorano e di assoluto spessore nella propria città, poco abituata a questo tipo di proposta musicale, è veramente una piacevole sorpresa. Merita ricordare la notevole disponibilità da parte dei tre artisti che hanno dimostrato una grande umiltà e una generosa disponibilità alla interazione con i propri sostenitori. Un grazie infine va rivolto ancora agli organizzatori che hanno permesso un bel salto di qualità artistico alla città di cui si sentiva davvero il bisogno. Peccato per gli assenti. |
Tony Levin: Chapman Stick, voce Data: 08/08/2013 Setlist:
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