Roma, 19 Luglio 2013 - Luglio Suona Bene - Auditorium Parco della Musica
Photo Courtesy: Riccardo Musacchio e Flavio Ianniello per gentile concessione della Fondazione Musica per Roma La serata alla Cavea dell’ Auditorium di Roma, non è partita con i migliori auspici, a causa del violento nubifragio abbattutosi nel primo pomeriggio sulla Capitale, il quale ha fatto temere ripercussioni sul concerto, senza dimenticare l’impossibilità da parte del gruppo, di provare adeguatamente, vedendosi costretto a far tutto poco prima dell’inizio del concerto. Nonostante questo e malgrado l’età, la forza e la passione profuse dallo storico trio americano sono quelle di sempre, armi con le quali è riuscito letteralmente a far breccia nel cuore del pubblico romano. Crosby, Stills & Nash si presentano sul palco, accompagnati dal loro fido gruppo di turnisti, lanciandosi col classico inizio “Carry On/Questions” che scalda immediatamente gli animi, facendo subito capire che la data di Brescia della sera prima, non ha affatto scalfito la vena dei tre. C’è solo un piccolo problema iniziale alla chitarra per Crosby, che decide di sostituirla subito. E’ la volta di “Military Madness”, cantata da Nash, in cui la mordace elettrica di Stills è solo l’antipasto di ciò che sarà la serata. Stephen Stills è in gran forma, e si ritaglia più volte nei successivi brani, sezioni più o meno lunghe di soli, compassati sul piano prettamente chitarristico, ma non meno emozionanti, nel più puro stile rock/blues. Dei tre è sicuramente il più istrionico, dal punto di vista della presenza sul palco, anche se Nash non è da meno, mostrandosi particolarmente dialogante con il pubblico. In “Long Time Gone”, Crosby da il meglio di sé nell’interpretazione vocale, intensa e dannatamente soul, sostenuto dal coro dei suoi compagni. Il primo set prosegue molto fluidamente con una ricca carrellata di brani, in cui spuntano in particolare la ruvida “Southern Cross” cantata da Stills, il duetto tra Crosby e Nash in “Lay Me Down”, la sentimentale interpretazione al piano di Nash del brano “Our House” e la presentazione di un nuovo pezzo dalla forte impronta blues “Exit Zero”. Il trio conclude con le sempreverde “Bluebird” dei Buffalo Springfield, gruppo da cui proviene Stills, e la leggendaria “Deja Vu”, introdotta da un breve vocalizzo di Crosby, in un crescendo di brevi sezioni soliste in cui viene dato spazio ad ogni musicista. Prima dell’intervallo di tra il primo e secondo set, c’è ancora spazio per la dinamica "Treetop Flyer", cantata da Stills. Curioso notare come nel corso del concerto, i tre siano molto esigenti nella scelta di soluzioni sempre diverse dei loro strumenti, dotandosi di un nutrito parco di chitarre e con un’estenuante attenzione da parte dei loro collaboratori tra un brano e l’altro, sempre prontissimi. Altra nota importante è l’ottima caratura dei due tastieristi e del giovane batterista DiStanislao, particolarmente flessibile e capace di aggiungere a strutture ritmiche lineari, passaggi più intricati, lavorando molto su ride e rullanti. Dopo un break di circa venti minuti, ecco ricomparire sul palco il duo Crosby-Nash per sussurrare a cappella “What Are Their Names” ed eseguire una minimalista “Guinnevere”, estratta dal primo disco. Nash presenta un secondo brano inedito “Burning For The Buddha”, dedicato alla vicenda drammatica del Tibet, particolarmente diverso dallo stile del trio, dal duro incedere “fatalistico”, maggiormente proiettato verso una dimensione musicale più moderna. Nella parte conclusiva, i tre musicisti americani presentano le immancabili “Chicago” e “Almost Cut My Hair”, entrambe composte durante il sodalizio con Neil Young, e in cui ancora una volta Stills si proietta in un solo decisamente trascinante. Siamo ormai al termine della bellissima serata e non poteva mancare, dopo “Wooden Ships”, la celebre “Suite: Judy Blue Eyes” suonata dopo essere stati richiamati a gran voce da tutto il pubblico della Cavea. Il resto è "solo" un lungo è appassionato applauso che rende il giusto tributo ad un trio che ha fatto grande il rock tradizionale americano e che, a dispetto del lungo tempo passato dal loro esordio nel lontano ’69 ha ancora un vigore, una potetica musicale ed un’energia inesauribile, che può insegnare ancora molto alle nuove leve. Serata assolutamente da incorniciare e da mantenere impressa nella memoria, indelebilmente. |
David Crosby: Voce, chitarre Data: 19/07/2013 Setlist:
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