Lo ritroviamo in questo fine 2010 con un nuovo lavoro sempre di genere funk, ancora una volta sostenuto dall’inseparabile compagno Chris Ceja, alle pelli e alla produzione. Una nota curiosa: il fido basso di Johns consumato da anni e anni di attività, come per gli altri due lavori, rimane sempre il protagonista dell’artwork. Il pericolo che però si cela per un verso in quest'immagine, è quello di non trovare niente di particolarmente nuovo. Quest'affermazione è forse in parte vera per Stank. Questo disco ha sicuramente a suo favore vigore, energia ed orecchiabilità com’è facile riscontrare in pezzi dalla classica struttura in Bird's back yard ed in Funk Tree. Lo stile di Johns è senza dubbio molto originale, soprattutto nello slap, che lo rende un musicista caratteristico, in grado di coniugare pulizia nell’esecuzione, possente groove e fraseggio con gli altri strumenti, in particolare con i fiati (Summer song, Stank). L’album si mantiene su un livello piuttosto alto per quanto riguarda il piglio ritmico e delle sonorità,che consentono un ascolto molto scorrevole e assai coinvolgente. In questo senso il musicista statunitense sa veramente il fatto suo. Fanno eccezione, seppur breve, Namaste e With you in mind. Il primo è caratterizzato da un velato intimismo, sottolineato dal piacevole passaggio di chitarra acustica e dal delicato suono “nasale” del fretless di Johns. Qui il ritmo ha un gusto più latino. Il secondo è un pezzo di autentica poesia musicale, del tutto protesa verso la dimensione artista-strumento. Il basso di Johns è in grado sia di dettare lo scandire del tempo ma riesce a porsi contemporaneamente su di un livello di suono romantico/sentimentale indipendente dall'altro. Stank è un album che non ci farà saltare dalla sedia, ma è senz’altro un piacevole ed apprezzabile album funk. 70/100
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Doug Johns: Basso, chitarrar, drum programming Anno: 2010 |