Avevamo parlato di Doug Johns alcuni anni fa in queste pagine, in maniera piuttosto lusinghiera a proposito del primo album omonimo.
Dopo il secondo disco uscito nel 2008, il quale ha mietuto un buon successo grazie anche ai pareri della stampa specializzata, che lo ha ampiamente acclamato come uno dei bassisti americani più meritevoli degli ultimi anni. Lo ritroviamo in questo fine 2010 con un nuovo lavoro sempre di genere funk, ancora una volta sostenuto dall’inseparabile compagno Chris Ceja, alle pelli e alla produzione. Una nota curiosa: il fido basso di Johns consumato da anni e anni di attività, come per gli altri due lavori, rimane sempre il protagonista dell’artwork. Il pericolo che però si cela per un verso in quest'immagine, è quello di non trovare niente di particolarmente nuovo. Quest'affermazione è forse in parte vera per Stank. Questo disco ha sicuramente a suo favore vigore, energia ed orecchiabilità com’è facile riscontrare in pezzi dalla classica struttura in Bird's back yard ed in Funk Tree. Lo stile di Johns è senza dubbio molto originale, soprattutto nello slap, che lo rende un musicista caratteristico, in grado di coniugare pulizia nell’esecuzione, possente groove e fraseggio con gli altri strumenti, in particolare con i fiati (Summer song, Stank). L’album si mantiene su un livello piuttosto alto per quanto riguarda il piglio ritmico e delle sonorità,che consentono un ascolto molto scorrevole e assai coinvolgente. In questo senso il musicista statunitense sa veramente il fatto suo. Fanno eccezione, seppur breve, Namaste e With you in mind. Il primo è caratterizzato da un velato intimismo, sottolineato dal piacevole passaggio di chitarra acustica e dal delicato suono “nasale” del fretless di Johns. Qui il ritmo ha un gusto più latino. Il secondo è un pezzo di autentica poesia musicale, del tutto protesa verso la dimensione artista-strumento. Il basso di Johns è in grado sia di dettare lo scandire del tempo ma riesce a porsi contemporaneamente su di un livello di suono romantico/sentimentale indipendente dall'altro. Stank è un album che non ci farà saltare dalla sedia, ma è senz’altro un piacevole ed apprezzabile album funk. 70/100
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Doug Johns: Basso, chitarrar, drum programming Anno: 2010 |