Home Recensioni Live Dhafer Youssef Quartet - Roma, 18 Novembre 2015

Dhafer Youssef Quartet
Roma, 18 Novembre 2015

Roma, 18 Novembre 2015 - Roma Jazz Festival - Auditorium Parco della Musica, Sala Petrassi

Foto di Musacchio e Ianniello (www.riccardomusacchio.it), si ringrazia Musica per Roma.

E’ la classica serata per intimi ed appassionati, quella che ha visto sul palco del Roma Jazz Festival, Dhafer Youssef, accompagnato dal proprio quartetto. Una serata vissuta con un palpabile calore ed interesse da parte del pubblico.

Il musicista tunisino è senza dubbio una figura di spicco della World Music ed il suo contributo più importante alla musica contemporanea è senza dubbio quello di essere riuscito ad avvicinare mondi assai diversi come quello della tradizione musicale araba Sufi con una realtà occidentale rappresentata dal jazz, mediante un’equilibrio perfettamente riuscito. Il quartetto stesso lo dimostra appieno: nazionalità diverse da quella inglese del contrabbassista Phil Donkin a quella del talento cristallino estone di Kristjan Randalu ed ungherese di Ferenc Nemeth.

Da diverso tempo il repertorio che Youssef sta portando in giro è sostanzialmente incentrato sugli ultimi due lavori ovvero Birds Requiem del 2013 ed Abu Nawas Rhapsody del 2010. La serata si apre infatti con "Blinding Souls And Shades", introdotta dall'incipit cantato, con il quale l'artista tunisino mostra le sue indubbie qualità di modulazione vocale. Nei brani che si susseguono, il suo canto è un divenire in crescendo, da un inizio tenue per poi attestarsi in uno struggente acuto che generalmente da il via alla sezione strumentale. Il tema principale del brano, ricorrente poi nelle successive suite  "Birds Canticum 'Birds Requiem' Suite" e "Fuga Hirundinum" , viene ampliato mediante una sezione improvvisativa, fatta di incastri decisamente complessi e manierati, tra il piano del virtuoso Randalu e l’oud (liuto arabo) di Youssef.

Colpisce particolarmente sia il lavoro alla batteria di Ferenc Nemeth che ha una tecnica di altissimo spessore, fondamentale per eseguire una musica dal complesso cambio ritmico. Youssef è molto più che un solista che inebria il pubblico con le pennellate sonore del proprio ou. E' per certi versi un John Zorn che ama dirigere i propri musicisti tracciando con dovizia di cura le entrate di ognuno e ingaggiando, quando richiesto, sezioni dialogiche tra liuto/piano o liuto/contrabbasso. La serata prosegue con una scaletta piuttosto collaudata tra cui spiccano la gioiosa "Odd Elegy" estratta da Abu Nawas Rhapsody, un mix raffinato di rimandi arabeschi sia nella melodia che nella ritmica e "39th Gülay (To Istanbul)" .

Dopo il classico rituale di uscita degli artisti, il pubblico che è visibilmente soddisfatto richiama insistentemente il quartetto che si accomiata con una bellissima versione di "Khamsa 'The Khamriyat of Abu Nuwas' ", estratta sempre dal penultimo lavoro del musicista tunisino. Nuovamente, Youssef si sposta sul palco per  coordinare i suoi compagni, dando maggior spazio, questa volta, a Randalu che sfoggia un intervento al piano particolarmente tagliente e sostenuto. Che dire, personalmente si è rivelato uno dei concerti più belli di questo 2015, soprattutto per il perfetto equilibrio tra cuore e talento che la musica di Dhafer Youssef è in grado di sprigionare come pochi. Da non perdere assolutamente, la prossima volta.

 


Dhafer Youssef: oud, voce
Kristjan Randalu: pianoforte
Phil Donkin: contrabbasso
Ferenc Nemeth: batteria

Data: 18/11/2015
Luogo: Roma - Auditorium Parco della Musica
Genere: World Music/Jazz

 

 

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