Roma, 14 Novembre 2015 - Roma Jazz Festival - Auditorium Parco della Musica, Sala Sinopoli Foto di Musacchio e Ianniello. Si ringrazia Musica per Roma Inizia ufficialmente l’edizione 2015 del Roma Jazz Festival e come primo ospite del cartello, troviamo Gregory Porter che torna a far visita all’Auditorium dopo poco meno di un anno. La serata si apre, com'è giusto che sia, osservando un minuto di silenzio in memoria dei tragici attentati di Parigi, avvenuti il giorno precedente. Porter dedicherà poi un’appassionata "No Love Dying" a Parigi. Il quintetto di musicisti vede come formazione piano, batteria, contrabbasso e tromba. Il gigante buono del jazz vocale nel frattempo non ha pubblicato nuovi lavori per cui alternerà brani provenienti dall’ormai celebratissimo Liquid Spirit, con il quale ha vinto il Grammy come migliore disco vocal jazz, e dai precedenti due album. Troviamo i brani più noti come il singolo "Liquid Spirit", o Musical Genocide proposti con un tocco differente rispetto alle versioni su disco. Il cantante statunitense, ed i suoi sodali si divertono a dare una forma musicale e vocale alternativa. Se nella prima la ritmica risulta più serrata, la seconda risulta meno cadenzata rispetto all’originale e più soul. Gli spazi improvvisativi non mancano, seppur il gruppo propenda per sezioni asciutte, nelle quali pesa maggiormente il lavoro dell’ottimo Yosuke Satoh alla tromba, che alterna soli più intimistici a vorticose sfuriate. Chip Crawford svolge, invece, un lavoro pregevole maggiormente proteso al controcanto di Porter e tromba, seppur fornendo una prova di spessore nel duetto struggente di "Imitation Of Life" estratta da Be Good. Non mancano brevi spazi solistici anche per la batteria di Emanuel Harrold con i suoi passaggi, che ricordano molto un’impostazione di ‘Richana’ memoria. Porter appare decisamente in forma, coinvolgente. La sua voce è sempre al massimo dell’espressività sia nei vocalizzi più concitati che nel momenti più dolci e appassionanti. Il cantante per sua stessa ammissione confessa, infatti, di divertirsi molto. La serata scorre davvero con piacevole scioltezza per quasi due ore di jazz/soul di ottimo livello. Al termine, l'artista non mancherà di concedersi, seppur per poco tempo, al pubblico per firmare autografi e scambiare qualche parola. Che dire, lo aspettiamo nuovamente a Roma, sperando di poter ascoltare nuovo materiale. A presto.
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Gregory Porter: voce Data: 14/22/2015
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