Roma, 5 Settembre 2024 - Monk Club
Serata breve ma intensa all'insegna del soul quella appena trascorsa al Monk Club. Di scena Curtis Harding, che con i suoi primi due lavori, il sorprendente Soul Power e l'ottimo Face Your Fear (a mio parere ancora migliore dell'esordio, per le scelte musicali pià moderne, che hanno dato sicuramente una ventata di freschezza alla nuova scena soul internazionale), si è ritagliato uno spazio importante nel panorama attuale. La band, capitanata da Harding, sale sul palco intorno alle 22 per dare vita a uno show intenso, senza troppe pause, ma purtroppo non molto lungo, circa un'ora e venti minuti scarsi. In un locale non gremito, ma molto partecipativo, Harding ci guida in una carrellata dei suoi tre lavori, con un occhio di riguardo all'ultima fatica, If Words Were Flowers (2021), un disco più morbido e introspettivo, sia per le sonorità che per l'interpretazione meno ruvida alla voce. Basti pensare alla sognante e melanconica "I Won’t Let You Down" Lo show inizia col botto con "Keep on Shining", introdotta dal gruppo prima che il cantante faccia la sua comparsa sul palco. L'aria si riscalda subito, proseguendo con le tinte fosche e martellanti, sottolineate dalla linea di basso, dell'ottima "The Drive", estratta da Soul Power. Ma c'è spazio anche per le trascinanti "Till The End" e "On and On" da Face Your Fear. Tra i momenti più intensi, va ricordata l'esecuzione di "Need My Baby", un brano che mescola blues e soul in modo magistrale, capace di evocare atmosfere nostalgiche e profonde che live acquisiscono una forza maggiore, assieme a "Wednesday Morning Atonement", composizione con venature di psichedelia grazie al suo ritmo ipnotico che contrasta con la voce calda di Harding. Il polistrumentista americano è concentrato sulla propria esecuzione, si divide tra chitarra ritmica e tamburino, e spesso si lascia trasportare dal ritmo del gruppo, abbandonandosi al ballo che la musica gli evoca. C'è solo qualche problema all’accordatura che lo infastidisce un po', costringendolo più volte a correggerla tra un brano e l'altro. La serata si conclude con l'intensa e struggente "Hopeful", bel singolo estratto dall'ultimo lavoro, If Words Were Flowers, che stringe il pubblico attorno al gruppo, intonando più e più volte Hopeful con piacevole soddisfazione di Harding. Il cantante si allontana con un cenno di saluto, lasciando concludere la coda strumentale al gruppo. Comunque sia, il soul di Curtis Harding si sublima decisamente in sede live ed è in grado di raccogliere l'ingombrante eredità della black music dei grandi classici, portando un tocco di spontaneità e suoni più attualizzati al panorama attuale.
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Curtis Harding: voce, chitarra, tamburino Data: 05/09/2024 Setlist:
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