Voce sempre potente e squillante, pregna di grande espressività e carisma.
Insomma, anche per lui gli anni passano, ma quando si dice che "la classe non è acqua", questo è il risultato: stiamo parlando di Ian Gillan, che ormai da 40 anni ammalia milioni di fan sparsi per il globo per le sue performance con i Deep Pruple e di tanto in tanto, anche con dei progetti meno impegnativi come questo, che lo vede in veste da solista solo nella dicitura della costolina del CD. Infatti in One Eye To Morocco, il cantante inglese si fa accompagnare da una band di ben 6 elementi che arricchiscono il suono dei suoi pezzi, sempre in bilico tra arrangiamenti orientaleggianti e sprazzi di World Music dove si muove con grande disinvoltura ormai da anni. Niente che faccia gridare al miracolo, ma solo un bel mazzo di canzoni sciorinate anche per le orecchie meno adatte a sonorità più aperte a ventaglio e pregne dei suoi acuti Hard Rock, ma alcuni episodi in realtà sono davvero ottimi. Già la title track posta in apertura mette le cose in chiaro, con la sua andatura serena e pacata sotto un bel tessuto di tastiere e chitarre esotiche, oppure al Rock ritmato come in "No Lotion For That", figlia evidentemente di qualche scarto con i "profondo porpora". La prima sorpresa però risiede nel Funk di "Don't Stop", con bellissimi crescendo di fiati sul finale, mentre l'armonica detta i tempi nella successiva "Change My Ways". A metà del viaggio arrivano anche delle ballate dove filtra prepotentemente il Soul come in "Better Day", o la conclusiva e più suadente "Always The Traveller"; nel mezzo anche qualche episodio meno ispirato e fresco a dire vero c'è, ma nel complesso One Eye To Morocco è un album ampiamente sufficiente dove chiudendo gli occhi si possono anche odorare le fragranze dell'oriente e immaginare quei luoghi all'apparenza cosi lontani accompagnati solo dalle armonie vocali qui presenti. Vi lasciamo cosi alla dichiarazioni rilasciate dallo stesso Gillan in fase promozionale al lavoro, che centrano perfettamente l'essenza di questa opera: Da un cafè nel quartiere ebraico di Cracovia, dov’è nata l’ispirazione per questo progetto, alle piacevoli session di registrazione in studio a Toronto, questo è stato un viaggio magico per me…Seduto da solo nella mia stanza, senza aspettare chiamate da nessuno, perso in un sogno tutto mio. 65/100
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Ian Gillan: Voce Anno: 2009 |