Roma, 28 Luglio 2024 - Roma Summer Fest - Auditorium Parco della Musica
Superlativo è il termine più adatto per descrivere lo spettacolo offerto da Marcus Miller e il suo affiatato gruppo all'Auditorium Morricone. Una serata da incorniciare, ancora migliore rispetto all'anno scorso presso la Casa del Jazz. Il bassista newyorkese ormai è una presenza fissa dalle nostre parti, ed assistere a una sua performance è davvero qualcosa di magico ed elettrizzante. Le due ore sono trascorse senza rendersene conto, con un quintetto che ha dato vita a un live intriso di virtuosismo, con il bassista che ha spaziato dal suo repertorio, da "Panther" alle funkeggianti "Detroit" e "Run For Cover", passando per Billy Cobham in "Red Baron". Quest'ultimo brano, con il suo classico giro inconfondibile, si è trasformato in un'ampia sezione improvvisativa, dove Miller ha sfoderato tutte le sue energie virtuosistiche, mediante una prova muscolare di grande qualità. Non poteva mancare il doppio tributo al suo mentore Miles Davis, con l'intramontabile "Tutu" e "Mr. Pastorius" da Amandla. "Tutu", con il suo inconfondibile inizio lento, è stata sviluppata dal quintetto in una jam al fulmicotone, dove ha primeggiato Donald Hayes con i suoi pregevoli interventi. Il sassofonista, già resosi notevole alla Casa del Jazz, ha saputo dimostrare ancora una volta di essere a suo agio negli inserti solistici, senza alcun timore reverenziale nei confronti del gigante Miller. Il momento più sentito è stato il brano intimistico, "Gorée". Miller ha introdotto il pezzo spiegando come la sua genesi sia legata ad un proprio toccante viaggio in Senegal, durante il quale fu testimone della triste realtà della tratta degli schiavi in questa zona. Le strazianti immagini ispirarono questa delicata e malinconica composizione musicale, carica di profonde emozioni, sottolineate dalle tenui progressioni del clarinetto. Tecnicamente, il quintetto di Miller è una macchina ben oliata, ulteriormente migliorata. Si percepisce la poderosa capacità dei due fiatisti di essere complementari negli incastri solistici. Miller non ha quasi più bisogno di guidare il gruppo, divertendosi sia come solista che nel sostenere la ritmica insieme al talentuoso batterista Marshall, la cui qualità tecnica è davvero impressionante. Marshall si è dimostrato estremamente versatile, a suo agio sia con gli stilemi jazz che nelle situazioni più smaccatamente funk. Un aspetto tecnico notevole è stato l'uso della strumentazione da parte di Miller, in particolare il suo iconico basso elettrico Fender. La sua tecnica slap, combinata con un uso sapiente delle dinamiche e dei pedali effetti, ha creato sonorità ricche e articolate. Il controllo del ritmo e la precisione nel timing sono stati impeccabili, contribuendo a creare un groove potente e al contempo coinvolgente. L'equilibrio del mix sonoro dal vivo è stato perfetto, con ogni strumento chiaramente udibile e ben definito nel panorama sonoro. La regia audio ha saputo valorizzare i momenti solistici senza mai sovrastare il contributo degli altri musicisti. Che dire, è stata una serata incendiaria, perfetta, una di quelle in cui, guardando l'orologio, non ti accorgi che è tardi e vorresti che lo spettacolo continuasse ancora e ancora, nonostante le ultime note di "Come Together" che hanno segnato la fine dello show.
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Marcus Miller: basso, clarinetto basso Data: 28/07/2024
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