Photo Courtesy: Teatro Valle Occupato Tentare di scrivere qualcosa dopo l’ottimo ed esauriente articolo pubblicato qualche settimana fa sulla nostra webzine, relativo alla data di Bologna è assai difficile e forse ridondante. Per questo tenterò, magari, di descrivere brevemente l’atmosfera ed unicità dell’evento Area. Fariselli, Tavolazzi, Tofani e Paoli hanno fatto questo bel regalo alla Teatro Valle Occupato e ai suoi attivi collaboratori, rendendosi disponibili per un concerto a costo praticamente nullo. Va precisato, infatti, che questi volontari permettono al Teatro di sopravvivere, organizzando eventi con pochissime risorse , in un periodo dove tutti sanno bene come i tagli indiscriminati, stiano sferrando attacchi mortiferi alla cultura. Come sottolineato da uno dei ragazzi che ha presentato l’evento, la ricca settimana appena conclusa, ha visto, inoltre, la presenza di Giovanni Sollima e i centro violoncellisti, progetto a cui il Teatro Valle ha collaborato direttamente. Nella serata trascorsa, s’impara a comprendere meglio come questo straordinario gruppo sia sempre stato perennemente alla continua ricerca sonora. La prova tangibile è il live stesso, in cui non si avverte affatto quella stupida aria di nostalgia che significherebbe semplicemente rivangare i tempi passati e far passare l’esperienza come una semplice e banale carrellata di brani della propria carriera, con una scaletta trita e ritrita. Si è spettatori, invece, di una continua opera di destrutturazione della musica e conseguente rigenerazione, mediante sperimentazione sonora. Esperienza, in tal senso davvero catalizzante. Un esempio lampante è il brano “Sedimentazioni”, sconvolgente condensazione di tutti i brani della lunga carriera degli Area. Fariselli fa notare simpaticamente, come nel live tenutosi recentemente a Tokyo, gli spettatori nipponici non siano per nulla rimasti sconvolti, ma anzi visibilmente interessati. Paolo Tofani apre la serata, introducendo uno dei suoi lavori dal forte accento mistico, reso per l’occasione più “fruibile” e volto ad una dimensione più elettronica. Molto interessante è la chitarra da lui ideata ovvero la Trikanta Veena, strumento a tre manici dalle notevoli potenzialità per quanto concerne la versalità sonora. Tofani ne svela anche una piccola aura mistica: spiega, infatti, come parte della struttura sia stata ricavata da una pezzo di quercia antica di circa 8000 anni, ritrovata nel letto di un fiume bosniaco e donatagli da un suo amico liutaio. Durante la personale introduzione, mostra egregiamente la grande capacità, che da sempre ha contraddistinto il magic wizard del suono, di sperimentazione e straordinario controllo del suono. Al passo con le moderne tecniche digitali, sfrutta appieno tutte le potenzialità del proprio laptop e tablet. Ritroviamo numerosi pezzi interessanti, “Arbeit Macht Frei” dall’omonimo album, di cui proprio quest’anno si celebra il quarantennale, “Cometa Rossa” nella sua parte strumentale, connotata da un imperioso flusso improvvisativo, marchio inconfondibile degli Area. Si prosegue con la multiforme e mai uguale a sé stessa “Nervi Scoperti”, tratta da Crac (1975), per poi venir presentata una nuova composizione di piano, “Efstràtios”, dedicata al compianto amico Demetrio, brano evocativo e melodico. E’ la volta successiva della trascinante “Gerontocrazia” (progetto di fantapolitica per quei tempi, ma che Fariselli constata amaramente col pubblico, la sua reale attuazione ai giorni nostri). Molto bella è la riproposizione in chiave fortemente teatrale, della “Mela di Odessa” recitata con trasporto da Tofani, costruita attorno ad un andamento funky. C’è tempo ancora per alcuni brani. Fariselli coinvolge il pubblico con una mini performance, ovvero accompagnare l’introduzione dell’arabaggiante “Luglio Agosto Settembre (Nero)” con il tintinnio di chiavi. Il musicista spiega di aver tratto spunto da una scena di un documentario sulla Palestina, in cui un vecchio conservava gelosamente le chiavi della propria casa, benché ormai distrutta, per tramandarla ai propri figli. Anche qui intensi passaggi tra il suono possente della chitarra e il piano, quest’ultimo impegnato a colmare le parti vocali. Si chiude con il sempreverde inno alla potenza della musica “Gioia e Rivoluzione”, motore aggregatore di coscienze. La serata si conclude con una stupenda ovazione al gruppo, constatando che la fiamma non si è mai spenta, anzi i giovani accorsi sono veramente tanti. E' il segno che il messaggio ed il coraggio di realizzare una musica a 360°, che sappia coniugare impegno sociale, virtuosismo e avanguardia è possibile e gli Area sono stati tra i pochi che hanno veramente raggiunto questo obiettivo.
|
Patrizio Fariselli: Piano, tastiere Data: 05/05/2013 Setlist:
|