Roma, 26 Luglio 2016 - Luglio Suona Bene - Auditorium Parco della Musica, Cavea Foto di Musacchio, Ianniello, Pasqualini (www.riccardomusacchio.it), si ringrazia Musica per Roma. Il gruppo guidato dallo storico duo Del Naja e Marshall, si presenta poco dopo le 21.45, come previsto, ed apre le danze con l’esplosiva "United Snakes". I contenuti dei visuals non potevano, ovviamente, prescindere dall’attualità con il susseguirsi caotico di loghi politici tra cui l’arcinoto Ukip passando per i simboli partitici nostrani. La fusione di musica e immagine, tanto cara ai Kraftwerk è una delle lezioni che il gruppo britannico ha saputo far suo, con risultati davvero d’impatto. Potenza musicale non solo nel volume ma nell’incisività ritmica, fortemente impreziosita dall’impeccabile prova dei due batteristi, come in "Hymn Of The Big Wheel", in cui un acciaccato Horace Handy da prova di una struggente interpretazione vocale. Domande esistenziali in un pannello, questa volta scevro da immagini, scorrono alle spalle del cantante, domandandosi il perché dell’intelligenza umana e lo scopo della vita. Ecco un tuffo nel glorioso passato di Mezzanine con l’avvolgente e cadenzata ritmica di "Risingson", accompagnata da un monolitico flusso di luce azzurra in cui 3D dimostra di star bene con il tono di voce. Dopo una breve incursione nel nuovo EP, con la titletrack "Ritual Spirit", decisamente fedele alla versione in studio, ecco nuovi spunti di politica e attualità scottante, in "Girl I Love You" come la guerra in Siria e la Brexit, quest’ultima ripresa in "Eurochild". E’ un continuo susseguirsi di parole, schegge impazzite, sfondo di una musica come colonna sonora dell’entropia in continua crescita, prodotta dal calderone dei media ben descritto in "Inertia Creeps": dai trafiletti di notizie degli ultimi giorni (come le dichiarazioni di Erri De Luca su Carlo Giuliani, a questioni più frivole e non notizie come il ‘caso’ della foto di Schwarzenegger davanti della Torre di Pisa). C'è poi lo psicotico comportamento umano che ha prodotto il diffondersi della rete, in questi anni, che si manifesta con l'ossessivo campeggiare sullo schermo, di parole chiavi come 'Condividi', 'Mi Piace', 'Collegati', a far da sfondo a "Take It Here", brano che avvicina moltissimo i Massive Attack al trip hop dei cugini Portishead. Siamo già alla fine di questo breve ma intensissimo concerto, il gruppo si congeda temporaneamente nel buio, illuminato solo dalle scritte 'Je Suis', dagli attentati di Charle Hebdo, Orlando, Parigi, fino agli avvenimenti recenti di questi giorni come Nizza e quelli di cui ci si dimentica troppo in fretta come Baghdad, Istanbul e Kabul. C’è ancora tempo per un rapido bis con la speranzosa e struggente "Unfinished Sympathy" ove alla notevole prova vocale di Deborah Miller. “Siamo tutti in questa questa situazione insieme” è il messaggio più volte rimarcato durante la serata, che giganteggia sullo scorrere di immagini di profughi donne e bambini, segnati nel volto dall’orrore e disperazione della guerra. Non c’è che dire, una serata davvero superlativa, esperienza totale che invita il pubblico non solo ad ascoltare, ma anche a riflettere (almeno per un po’) e pace se la scaletta non è stata così ampia.
|
Grant "Daddy G" Marshall : voce, tastiere Data: 26/07/2016 Setlist:
|