Roma, 26 Luglio 2014 - Luglio Suona Bene - Auditorium Parco della Musica
E’ passato appena un anno dall’ultima visita di Wayne Shorter all’Auditorium di Roma. In quell’occasione il leggendario sassofonista statunitense presentava la nuova fatica Without a net con il suo quartetto. Questa sera, invece, viene affiancato dall’altro grande del jazz mondiale Herbie Hancock con il quale è cresciuto alla corte del re Miles Davis in una delle esperienze più importanti del jazz.
Le aspettative di assistere ad un bella performance (dato l’ottimo affiatamento dei due) nella speranza di assistere a vibranti sezioni improvvisative, purtroppo scemano progressivamente. L'inizio è piuttosto zoppicante, a causa di alcune difficoltà riscontrate da Shorter d’introdursi all’interno del tema sonoro di Hancock, sia per problemi tecnici legati alle chiavi del sax, sia per mancanza della giusta concentrazione. Hancock costruisce tappeti sonori al piano piuttosto asciutti, rotti da brevi momenti di fuga virtuosistici, mentre Shorter si da molte pause, nel tentativo di esplorare il suono con frasi compassate spezzate da violente note. Purtroppo, la serata proseguirà così, con i due che appaiono non particolarmente in forma. Il sassofonista sembra il più contratto e conseguentemente anche la performance di Hancock, che deve cercare di colmare gli ampi spazi sonori lasciati dal sassofonista, ne risente parecchio. Il pianista statunitense utilizza esclusivamente il piano e talvolta si lancia in brevi e sterili tentativi di costruire patterns spaziali con tastiera/laptop, ed ogni qualvolta sembri che stia costruendo una base per estendere lo spazio sonoro del duo, s’interrompe, tornando nuovamente al piano. E’ un peccato constatare che alcuni spettatori abbandonino la cavea dopo poche decine di minuti, ma spiace maggiormente aspettarsi molto da due musicisti come Hancock e Shorter, che non hanno affatto perso lo smalto come loro altri colleghi, e rimanere con l’amaro in bocca.
Il concerto termina molto rapidamente dopo poco più di un’ora ed un bis che non aggiunge nulla ai precedenti brani. Gli applausi non mancano assolutamente, ma l’attimo di esitazione del pubblico, al termine di ogni pezzo, fa capire come siano quasi esclusivamente per la stima indiscussa, nutrita verso questi due autentici geni del jazz. Peccato, speriamo di poterli rivedere presto in una forma migliore.
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Herbie Hancock: Piano, tastiere Wayne Shorter: Sax soprano
Data: 26/07/2014 Luogo: Roma - Auditorium Parco della Musica Genere: Jazz
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