All'interno di questa svolta "pericolosa" Hancock piazza il virtuosismo e allo stesso tempo la classicità del jazzista duro e puro, scegliendo tuttavia di premiare la soluzione funk confondendo suoni e intuizioni alla maniera di Miles Davis.
La risultante è una musica meno articolata se confrontata con quella dello stesso Davis, ma non ne deriva necessariamente la semplicità di esecuzione.
La prova è in Chameleon, celebre pezzo hancockiano, o anche in Watermelon man, reinterpretazione di un suo classico degli anni ’60: in apertura compaiono pipes con una introduzione che è quasi uno scherzo musicale, ma in seguito con l’ingresso del piano e del sassofono la melodia si dipana e le soluzioni musicali del quintetto appaiono più chiare, con un giro blues ed un lineare cantato del sassofono che, come per Chameleon, si inserisce facilmente nella mente dell'ascoltatore.
Sly è pezzo rapido, una incalzante cavalcata abbondantemente sopra i nove minuti, in essa risaltano il basso di Jackson, le scelte di Bill Summers nelle percussioni, ma è cosi' in tutto l'album, la batteria di Harvey Mason, energia e stile nettamente distinguibili.
La conclusione, che poi è un riannodarsi all'origine di Headhunters, è Vein melter, ballata segnata dal ricorso al clarinetto basso, archi (sintetizzati) ed un incedere trance, assai simile alle sperimentazioni più ardue del free-jazz, tutto supportato dal movimento musicale di "idee in libertà", una specie di imprimatur di questo quintetto.
Ecco perchè mi sembra corretto dire che Headhunters non è solo un album è una corrente, un modo di fare musica, di generare arte.
Herbie Hancock: Fender Rhodes Piano, Clavinet, Synthesizer
Bennie Maupin: Sassofono, saxello, clarinetto, flauto
Paul Jackson: Marimbula, basso
Harvey Mason: Batteria
Bill Summers: Conga, Shekere, Balafon, Agogo, Cabasa, Hindewho, Tambourine, Log Drum, Surdo, Gankoqui, Beer Bottle
Anno: 1974
Label: Legacy Recordings
Genere: Jazz/Rock
Tracklist:
01. Chameleon
02. Watermelon Man
03. Sly
04. Vein Melter
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Herbie Hancock