All'interno del loro Sol29, ottimo lavoro del 2005, è possibile rinvenire numerosi contributi ispirativi che non mancheranno di solleticare gli ammiratori delle atmosfere più sognanti ed evanescenti che hanno reso celebri i Porcupine Tree di Steven Wilson soprattutto presenti in brani quali Waiting o Stars Die.
Sol29 è un incedere musicale nel quale il rotondo suono delle chitarre si mescola ad arpeggi, accordi trasparenti e soli densi di sentimento contribuiscono a tratteggiare paesaggi dai colori morbidi come quello che malinconicamente compare sulla cover dell'album e nelle istantanee del bel booklet realizzate dallo stesso Giancarlo Erra.
Proprio il giovane chitarrista realizza un mirabile lavoro di post rock melodico nel quale è presente una forte carica emozionale, in alcuni tratti sospinta fino a livelli di eccellenza; inoltre si evince dall'ascolto la considerevole apertura delle composizioni tese ad incamminare l'ascoltatore in un viaggio sonoro che si risolve in un viaggio della mente e del pensiero nella complessità delle sensazioni umane.
Così può accadere di fluttuare tra le note di In The White Air compiendo una virata tra nembi soffici e nello stesso tempo senza sostanza che si stagliano imponenti su un illimitato paesaggio nel quale domina la quiete e la fissità del tempo. Succinte sospensioni dall'impronta riflessiva fanno capolino in The Child’s Game alternandosi alle adamantine e espanse ambientazioni di Wearing Lies On Your Lips e The Moment She Knew, quasi una suite strumentale che rammenta alcune soluzioni musicali dei Darkroom di Daylight (1998) le cui influenze sembrano significative mentre il più conciso brano Waves Of Time si sviluppa come un interludio intelligentemente dislocato nel mezzo di due tracce più ampie, svolgendo il ruolo di ouverture alla davvero notevole Overloaded, una sorta di commistione tra alcune ottime pagine dei Mangala Vallis e i migliori Porcupine Tree.
Invece sono lancinanti accordi quelli che alla sei corde acustica Paolo Vigliarolo descrive per The Broken Parts moltiplicando le possibilità evocative della musica dei Nosound; all'interno di Idle End riaffiora un approccio chitarristico che conduce Erra questa volta a percorrere le atmosfere più care a Steve Hackett.
Hope For The Future ci trascina nella velata malinconia di un pezzo di profondo lirismo con accenni che richiamano alla memoria i migliori Porcupine Tree, quelli delle origini di Up The Downstair (1993) mentre la conclusione dell'album è affidata alla title track, pezzo dilatato nel quale ci riesce di assistere visivamente al nitore ineguagliabile della luce che attraversa l'anima e gli elementi naturali.
Sol29 è una sorta di summa compendiaria della filosofia che muove l'intero album, lo sforzo della musica nell'incarnare splendidamente lo spettro delle sensazioni e dei sentimenti che animano l'uomo nel creato.
Giancarlo Erra: Voce, chitarra, synth
Paolo Martellacci: Voce, synth
Paolo Vigliarolo: Chitarra acustica
Alessandro Luci: Basso
Pierluigi Zito: Batteria
Anno: 2005
Label: Autoprodotto
Genere: Rock
Tracklist:
01. In The White Air
02. Wearing Lies On Your Lips
03. The Child's Game
04. The Moment She Knew
05. Waves Of Time
06. Overloaded
07. The Broken Parts
08. Idle End
09. Hope For The Future
10. Sol29