I Camel gruppo inglese nato nei primi anni '70 ad opera del chitarrista Andy Latimer è a mio avviso uno dei gruppi Progressive Rock del "priodo d'oro" tra i più sottovalutati.
Da sempre considerati un pò un gruppo "di seconda fila" rispetto a mostri sacri del calibro di King Crimson, VDGG, Soft Machine, Genesis, Yes o ELP; hanno avuto invece la grandissima capacità ed intuizione di coniugare mirabilmente le due grandi anime del Prog britannico, la scuola di Canterbury ( VDGG, Soft Machine ) sperimentale e maggiormente influenzata dal jazz e quella neo-classica ( Genesis, Yes, ELP ) barocca e che appunto prende maggiore ispirazione dalla musica classica, anche i King Crimson hanno fatto qualcosa di simile ma mentre i Re Cremisi hanno puntato maggiormente sull'aspetto sperimentale e sulla "esasperazione" di certe sonorità, esplorando anche orizzonti più "distanti" dal Prog, i Camel hanno "attutito" la complessità del Progressive, inserendo una forte componente melodica e lineare alla struttura della canzone, dando fluidità allo scorrere della musica, pur mantenendo molteplici e variegati elementi nella partitura e l'elaborazione e l'articolazione nella costruzione e nell'esecuzione dei brani, in questo probabilmente ha molto aiutato lo stile particolarissimo di Andy Latimer, chitarrista del gruppo e di Peter Bardens, tastierista, entrambi ottimi strumentisti ma la cui musica fondamentalmente poco predilige il "virtuosismo" esasperato e fine a se stesso, in favore della costruzione melodica anche quando si tratta di lunghi assoli, certo non facendo mancare completamente l'aspetto virtuoso ma inserendolo con molta intelligenza all'interno di una costruzione dell'assolo più armonica e lineare. Mirage è il secondo album del gruppo, pubblicato nel 1974, forse non necessariamente il più bello o il vero capolavoro del gruppo di Latimer&Bardens ma sicuramente quello che ha segnato l'ingresso dei Camel nella storia del progressive e quello che ha dato loro la possibilità di farsi conoscere al mondo, l'album che ha dato inizio a quello che viene universalmente ormai riconosciuto come "suono Camel", un suono che sicuramente ha influenzato numerosi gruppi di quello che viene oggi definito Neo-Prog, gruppi come gli IQ ad esempio. Mirage è composto da 5 brani ed offre come primo assaggio di se "Freefall" un brano che asseconda gli aspetti più tirati e hard della musica dai Camel, con una linea di basso molto pulsante e presente ed una chitarra avventurosamente elettrica; il tutto a preparare l'ingresso di Peter Bardens a dare un tocco "epico" al pezzo, non per nulla infatti gran parte delle tematiche affrontate dai Camel in Mirage prendono spunto dal mondo fantasy di Tolkien. Brano strumentale sognante ed etereo, esploratore e curioso è il seguente "Supertwister" in cui il flauto di Andy Latimer gioca il ruolo principale ben assecondato nella melodia dall'Hammond di Bardens e nel ritmo da basso e batteria. Il terzo brano è "Nimrodel", suite divisa in due movimenti "The Procession" e "White Rider". La suite si apre con il suono di una festa, una "processione" con una marcetta dall'aria molto marziale ad annunciare un apertura malinconica e molto krimsoniana, giostrata sugli arpeggi, sul flauto e sulla voce di Latimer, fino all'esplosione del suono, con Bardens a prendere l'iniziativa e gli immancabili Ferguson e Ward a gantire tutta l'adeguata copertura ritmica, impetuoso il finale, in un crescendo di ritmo ed intensità, stavolta con Andy Latimer sugli scudi, un brano robusto e poetico al tempo stesso, dai ritmi elevati e dai momenti decisamente evocativi. Altri 7 minuti strumentali garantiti da "Earthrise", altro brano dai ritmi tirati, quasi una presentazione, in cui tutti i componenti la band cercano di offrire il maglio di se, in cui la parte più "virtuosa" di ognuno dei musicisti cerca di prendere il sopravvento. Si conclude con quello che secondo me è uno dei pezzi più belli dell'intera discografia dei Camel: "Lady Fantasy", un brano caratterizzato principalmente dai molti cambi di ritmo, un capolavoro di dolcezza e rabbia, poesia e furore, assoli tiratissimi e momenti delicati, Latimer e Bardens letteralmente a scorrazzare sulla melodia e Ferguson e Ward non semplici comprimari ma protagonisti con l'alternare del ritmo. Semplicemente un punto di riferimento, una presenza d'obbligo nella propria discografia Prog e non solo. |
Andy Latimer: Chitarra, flauto, voce Anno: 1974 Sul web: |