Tornano i portacolori di quel metal misto di Black, Gothic e Dark, intriso di tinte oscure e ricco di pompose e magnificenti orchestrazioni, tornano i Vision Bleak e tornano, dopo gli ottimi risultati ed i numerosi consensi ottenuti con Deathship Has a New Captain e sopratutto con il superlativo Carpathia (A Dramatic Poem), tornano e ci propongono questo terzo lavoro dal titolo The Wolves Go Hunt Their Prey che idealmente ci trasporta dalla terra di Dracula alle piramidi egizie.
Tornano Ulf Theodor Schwadorf e Allen B. Konstanz proponendoci un lavoro che viaggia grossomodo sulle stesse coordinate musicali di Carpathia proseguendo sul filone del Metal dalle tinte estremamente cupe, con la voce profonda, tetra e cavernosa di Allen B. Konstanz, ponendo però per questa volta da parte il soprano, i violini, il pianoforte e in generale la parte più prettamente teatrale e sinfonica, mantenendo comunque un orchestrazione ed una produzione molto curata che seppur meno pomposa ed decisamente meno maestosa dei precedenti lavori si dimostra pur sempre come una componente fondamentale del suono della band teutonica e mantenendo anche i poderosi riff, seppur maggiormente orientati verso tinte heavy/thrash che a dire il vero fanno perdere quel pathos e quella vena gotica dei precedenti capitoli a vantaggio di un sound più roccioso in cui le linee melodiche più accattivanti ed i giri di chitarra più ammiccanti prevalgono sulle situazioni maggiormente di atmosfera. Scompare anche totalmente quella velata vena Black che colorava il precedente capitolo; non mancano poi situazioni completamente nuove per il sound dei Vision Bleak come ad esempio le sonorità orientaleggianti presenti nel trittico The Black Pharaoh. Il combo tedesco si dimostra comunque sempre estremamente valido e con ancora un ricco bagaglio di situazioni sonore e idee in grado di fornire spunti interessanti ai propri lavori, nel complesso quindi una conferma per i Vision Bleak anche se a mio avviso un disco che si pone un gradino al di sotto dei due capitoli precedenti, specialmente di Carpathia: capitoli più intensi, più interessanti, vari ed evocativi rispetto a questo loro ultimo lavoro, che si dimostra sicuramente invece più "Heavy" nel senso stretto della parola. 70/100
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Ulf Theodor Schwadorf: Chitarra, basso, tastiere Anno: 2007 |