Gli Omega Lithium sono una felice realtà proveniente dalla Croazia, ancora senza etichetta ma meritevoli di grande attenzione.
Alcuni di voi li ricorderanno per aver preso parte al Dark Fest 2008 di Bologna e proprio in quell’occasione ho avuto il piacere di ricevere questo loro EP. Sebbene questo sia composto di sole tre tracce, bisogna dire che il loro Gothic Industrial è realmente fresco e interessante. Aggiungete a ciò il fatto che l’età del quartetto va dai 19 ai 21 anni e traete voi le dovute conclusioni. Il disco si apre con “Hollow March”, brano in cui la sezione ritmica della band si limita ad una cadenza tura di grande impatto mentre alle sue spalle, unitamente ad una graffiante Andrea Zuppani, si dispiega un’orchestrazione atmosferica darkeggiante. Il brano colpisce positivamente pur nella sua essenzialità. In maniera simile e ben congeniata inizia la successiva “Andromeda”, title track del disco. Qui Mirko compie un ottimo lavoro, sia come chitarrista che come campionatore. “Andromeda” è un brano bellissimo, emblematico dello stile degli Omega Lithium e al tempo stesso coinvolgente. Semplice quanto tutt’altro che scontato, si fa notare per la dolcezza con cui la voce della cantante si fa estenuata per poi esplodere di dolcezza nel suo momento di pathos più elevato, il ritornello. La batteria di Theodor Klaj e il basso di Zoltan Lecei accompagnano degnamente il tutto, mettendosi in risalto come tutti senza alcun virtuosismo particolare ma ritagliandosi il loro momento in un efficace gioco di spostamento del baricentro del brano. La terza traccia, “Ocean Dream”, è la più elaborata delle tre. Tutta la band sembra dare il meglio di se e il brano non pare risentirne in quanto a immediatezza. Utile quanto basta a far capire che il prossimo EP probabilmente sarà, compatibilmente con risorse e vicissitudini che chi suona in una band non faticherà a immaginare, suscettibile di miglioramenti sotto vari essenziali aspetti. Consiglio vivamente di ascoltare gli Omega Lithium sui vari mezzi messi a disposizione da Internet (vedi My Space), lo meritano e hanno l’età e i numeri giusti per pensare in grande. Bravi. |
Andrea Zuppani: Voce Anno: 2007 |