Avete presente i Neotropic? Vi piace l'ambient e il trip-hop? Se la risposta è "cosa? come? chi?!" ...allora leggete qui di seguito.
Il tutto nasce dalla collaborazione tra l'italiano Enrico Marani e la canadese Christine Hanson, generando un progetto musicale dal nome "autoctono", che racconta la fusione di questi paesi, in cui si può certamente sentire le diverse influenze che caratterizzano i nostri due artisti; prodotto con la Psychonavigation Records, label di Dublino, l'album è il frutto di un attento lavoro, rispettoso del passato e che sbircia al futuro. Enrico porta con se la cultura della scena sperimentale-post-industrial italiana come, Le Forbici Di Manitù e gli After T.A.C. (Tomografia Assiale Computerizzata); ha collaborato anche con musicisti come: Ursula Rucker, Tim Motzer, Dj Rocca, Maffia Soundsystem, Fabrizio Tavernelli e molti altri, mentre Christine nasce come ingegnere del suono, compositrice, insegnante e strumentista in gruppi folk, ha composto arrangiamenti musicali anche per opere teatrali e per studi di registrazione (molto ben dettagliato il suo sito personale). Il disco in uscita a settembre 2012 è caratterizzato da atmosfere sulfuree e ambientazioni notturne, con ritmiche ipnotiche e suggestive. Fanno da padrone i loop di elettronica, i suoni d'oceano e le "interferenze magnetiche", le "foreste pluviali" e le voci di donna... Uscendo così dalla classica ambient ed andando a toccare la musica new age anni '90. Il disco si apre con "Wonder", lenta e truce ti fa sognare un mare infinito, illuminato dalle stelle cadenti d'agosto... "Shine", un brano piacevole, che sembra la colonna sonora di un film di David Lynch. Su bandcamp potete già trovare in streaming la quarta traccia "At The Same Time" che vi può dare un'idea dell'album e su Youtube troverete il video della terza traccia "Caos" che vi allucinerà lo sguardo a causa dei mille colori che si susseguono per 3.11 minuti. La quinta traccia "Who Knows?" , solamente dal titolo, fa pensare a me scrivo un mondo di parole, e poi il brano che da il titolo all'album "The Unspeakable" conclude la "serata d'ambiente". Un disco facile all'ascolto, strutturato bene e di buona qualità, per gli amanti del genere nulla di innovativo ma che comunque porta una ventata di freschezza. Lo consiglio a chi viaggia di notte ed ha avuto una giornata stressante e si vuole rilassare, lo propongo a chi soffre di "ansia da prestazione" e si trova con una mistress silenziosa, lo raccomando ai giovani hippy universitari per concludere le loro serate passate in Piazza delle Erbe a Padova. 69/100
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Enrico Marani: Tutti gli strumenti Anno: 2012 |