M.La fine e il principio, Milano, Piccolo Teatro Strehler, 24 aprile 2025

Davide Gasparro firma un allestimento teatrale che non si limita a raccontare la caduta di Benito Mussolini ma si fa strumento di profonda riflessione  collettiva.
Tratto dall’ultimo capitolo della pentalogia di Antonio Scurati, il reading affida a Luca Marinelli il gravoso compito  di incarnare il protagonista negli anni del crepuscolo, dal 1943 al 1945, che coincideranno con la parabola discendente del personaggio e della corrente storica di cui fu leader massimo,  passando attraverso la deposizione avvenuta il 28 luglio 1943, proseguendo con  la sua detenzione a Ponza, la liberazione da parte dei paracadutisti tedeschi e la creazione della Repubblica Sociale Italiana, fino alla sua morte e flagellazione il 28 aprile 1945
Scurati adotta un altorilievo descrittivo che fonde elementi romanzeschi con una rigorosa documentazione storica offrendo una narrazione che, pur mantenendo l'accuratezza dei fatti, riesce a coinvolgere emotivamente il lettore. 
Il focus della pièce si concentra su quegli anni e quei luoghi, teatro di una guerra civile feroce in quella metropoli che il Duce elesse come cuore emblematico e operativo del suo dispotismo, origine, potere, modernità e, infine, disfatta.
Una città iconica, capitale morale e politica del nuovo stato fantoccio sostenuto dai nazisti, specchio del suo sogno totalitario e della sua tragica fine, dove la violenza si manifesta attraverso le azioni della legione Muti, della banda Koch e dei gappisti, in un clima di terrore e resistenza. 
M. aveva un rapporto profondo con il capoluogo meneghino sin dagli anni della sua giovinezza politica. Fu proprio lì che, nel 1914, fondò il giornale Il Popolo d’Italia, strumento fondamentale per la propaganda interventista prima e fascista poi. 
Era una città industriale, moderna, dinamica, la più europea d’Italia un luogo ideale per lanciare il suo movimento. Il 23 marzo 1919, in Piazza San Sepolcro, M. fondò i Fasci di combattimento. 
È da lì che il movimento muove i suoi primi passi. Questo suggella un legame politico e simbolico con la città: Milano è la culla del fascismo. 
Durante la Repubblica Sociale Italiana, la metropoli diventa il centro amministrativo ed economico. M. vi si trasferisce e ne fa il suo quartier generale, anche se formalmente la capitale della RSI era Salò, ma nella pratica, il potere, la finanza, le industrie e le relazioni politiche si concentravano nel capoluogo lombardo.
Ed è a Milano che M. vede avvicinarsi la fine, sempre lì che crescerà la Resistenza, che esploderanno le contraddizioni, le violenze e i tradimenti, da lì che, nel tentativo disperato di fuga verso la Svizzera, partirà il 25 aprile 1945 (giorno dell'Insurrezione di Milano) dopo un incontro con il cardinale Ildefonso Schuster, nella sede dell'arcivescovado, che era pronto a mediare con gli alti gradi partigiani.  
Il suo corpo verrà esposto e vilipeso in Piazzale Loreto il 28 aprile: lo stesso luogo dove, meno di un anno prima, erano stati fucilati dai fascisti 15 partigiani. 
Un cerchio elicoidale che evolve in modo drammatico. Marinelli dà vita a un M. stratificato, attraversato da umanità e sgomento, forza e disfatta. 
Il romanzo risulta un elaborato di rara profondità psicologica, che restituisce un dittatore allo stesso tempo onnipotente e disperatamente solo. Barbara Chichiarelli offre una marca incisiva di Margherita Sarfatti, intellettuale e figura chiave nella costruzione dell’immagine pubblica del Duce. La sua presenza in scena è calibrata, autorevole, mai secondaria. Al suo fianco, Francesco Russo veste i panni di un Cesare Rossi in bilico tra fedeltà ideologica e resa morale, completando un trittico attoriale discreto e impattante. 
La regia di Gasparro è asciutta, essenziale ed estremamente evocativa. Rinuncia all’ eccesso visivo per concentrarsi su corpi, voci e silenzi. Il tutto sostenuto da una drammaturgia sonora raffinata e contemporanea: le musiche dal vivo di Rodrigo D’Erasmo e Mario Conte amplificano la tensione e la profondità emotiva, trasformandosi in controcanto suggestivo. 
Una rielaborazione drammaturgica calzante e necessaria. Una riflessione paradigmatica sul potere e le sue implicazioni, sulla responsabilità e sulla memoria che, oggi più che mai, trova nel teatro un veicolo fondamentale. 
Un'esecuzione scenica che non consola, non postula ma interroga e che, per questo, merita di essere vista, discussa, celebrata.

Commozione strozzata e consapevole,
Standig ovation a chiosare.
Milano, in seno allo Strehler.





La presente recensione si riferisce allo spettacolo del 24 aprile 2025



M. La fine e il principio
dal romanzo di Antonio Scurati (edito da Bompiani)
adattamento e drammaturgia di Lorenzo Pavolini
con Luca Marinelli
con
Barbara Chichiarelli
Francesco Russo
musiche dal vivo Rodrigo D’Erasmo e Mario Conte
a cura di Davide Gasparro
in collaborazione con
in collaborazione con
TILA(The Italian Literary Agency)

In occasione delle celebrazioni per il 25 aprile, una cronaca teatrale cruda e drammatica degli ultimi due anni di Benito Mussolini, dal 1943 al 1945, dalla caduta del regime fascista alla Liberazione. Un mosaico polifonico, un intreccio di voci, riflessioni, documenti originali e visioni oniriche per raccontare non solo la caduta di un dittatore, ma l’intero collasso di un’epoca, la dissoluzione del potere, il risveglio tragico della coscienza collettiva.
Non una commemorazione. Non una lezione di storia, né una cronaca. Un viaggio nell’ombra. Nel cuore di una Milano sventrata, tra le rovine e le urla, si snoda il racconto di un uomo che cade – e nel suo crollo si porta dietro un’epoca. Un’Italia che urla, sprofonda, tradisce e si riscatta. Un’Italia che poi, decide finalmente di risalire. Non eroi, non narrazioni accomodanti. Solo voci. Esseri umani. Storia che brucia. Nel silenzio di una villa sul lago, tra le celle di San Vittore, nei canti partigiani, nei corpi esposti in Piazzale Loreto: lì si consuma il crepuscolo di un regime. E nasce la possibilità di una libertà. Nel raccontare la fine, celebriamo un inizio(fonte: comunicato stampa).



Piccolo Teatro Strehler

Largo Greppi,1,
20121 Milano
Tel: 02 21126116
Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.


Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.