Ospite fisso ed unico, si capirà, del bigio ostello, tal Bonamante, abile Riccardo Festa ad edulcorare il clima acre, attore hard giunto sul viale del tramonto della carriera, ancora attivo tuttavia da 9 anni nel "prestar l'opera dei discinti favori" alla prediletta del martedì Alfonsina Malacrida detta Nanà, interpretata dalla straordinaria Giuliana De Sio, che con fare sbrigativo, riottoso e sfuggente, attinge all'occulto amore mercenario, mimetizzata nel contesto persino dalla nuance del paltò. Irrompe nella balzana routine alberghiera, trascinando l'incedere grazie ad una carrozzina, un reporter in incognito, cruento e straordinario esecutore Alessandro Haber, che millanta, prima di rivelare il suo reale intento, sciorinando un gergo da scafato professionista e rivolgendosi all'imparruccata receptionist, scaramucce famigliari con la consorte tali, da dover urgentemente reperire ospitalità ed un giaciglio per la notte. Gli elementi presenti nella rappresentazione, a partire dal testo cupo, concorrono ad un risultato avvincente, tragico ed esilarante al contempo. Perfetta la scenografia, appropriata la colonna sonora, incalzata da iconiche canzoni retrò, come “Tutt’al più” di Patty Pravo, “La notte” di Adamo interpretata magistralmente da Haber, “Amore baciami” di Bongusto, “L’immensità” nella versione di Dorelli. Tripudio unanime di applausi a scena aperta. Terapeutico. cliccaquiper leggere la recensione della rappresentazione romana La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 7 febbraio 2024 |
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