Un programma elettorale ironico e irriverente che si fa beffa della politica. Un one man show in cui Gene Gnocchi affiancato da Diego Cassani si ispira alla Leopolda di Renzi. Il titolo tradisce l'intento e lo spettacolo evidentemente trasuda, più che un prevedibile sarcasmo, una disincatata ironia nichilista. Per non suonare come argomento scontato e noioso ci voleva proprio uno come Gene Gnocchi che, forgiato da una lunga storia artistica di stampo cabarettistico, televisivo e cinematografico, interamente scoltpita nelle pieghe del suo volto e nella pungenza dei testi, è sempre riuscito a carpire una risata dal retrogusto intellettuale, centrando l'obiettivo anche stavolta. Un palco adorno di una scrivaniola, illuminato in modo statico, dichiaratamente anonimo, smaccatamente rassicurante, un volto strabuzzato nella mimica e, slogan che ci raccontano con una vistosa eco di monito, se pronti a comprenderlo finalmente, il nostro immobilismo dinnanzi alla malafede dell'elettorato passivo. A primo acchito potremmo pensare che si tratti del medesimo sberleffo rivolto alla politica, declinato sul profilo del comico di quarantennale esperienza, invece assistiamo alla ruvida parodia della deriva etica; il politico Gnocchi infatti, che nulla ha da invidiare agli illustri predecessori scesi in campo, mutuati dalla televisione e dal teatro, interpreta se stesso: il guru dell'annientamento della volontà. Un'ironia sopraffina, in cui il pulpito evidenzia inesorabilmente quanto l'lettorato attivo sia pericolosamente inerte dinnanzi al paradosso dei declama. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 21 febbraio 2023 |
Il movimento del nulla Via Pier Lombardo, 14 MILANO |