L'effervescente show che a Milano declina l'unica tappa italiana agli Arcimboldi, ha già debuttato al Folies Bergère nel 2018 ed è stato riadattato per il Roundhouse di Londra nel 2019. Jean Paul Gaultier si racconta e celebra se stesso, in veste di creator, autore, regista e costumista con un approccio disinibito e ricco di eccentrica volitività allestendo un musical non convenzionale, la cui impronta davvero spumeggiante di passerella fuori dai canoni, coinvolge circa 20 energetici performers sul palco, tra ballerini, artisti circensi e cantanti, coesi nell'esibizione, dando autentica vita agli abiti ed alla storia più lontana dagli stereotipi e fuori dagli schemi dell'ultimo cinquantennio. Simili a figure mitologiche, le creazioni in passerella estrapolate dall'archivio storico, esasperate e rivisitate dalle forme plastiche tradizionali e sganciate dai colori usuali, oltre che ricercate nella scelta dei materiali e nelle consistenze, diventano piuttosto esse stesse personaggi oltre ogni ragionevole dubbio. Gaultier ha spianato le distanze tra maschile e femminile, mixando i guardaroba di lei e di lui, dando potere simbolico alle donne, disegnando gonne per gli uomini; indimenticabile la collezione del 1985 anticipatrice dello stile genderless. Sullo sfondo dell'imponente videowall, costellato da potenti spotlight di sofisticata illuminotecnica (Per Hörding), accompagnata dalla colonna sonora di una vita capricciosa, manifesto del pop anni '80 degli Chic "Le freak", con innesti di Funk, Rock, New Wave e Punk, scorre come un fiume in piena l'apologia di guest stars come Amanda Lear, Dita von Teese, Beatrice Dalle, Fanny Ardant e dell'attrice Rossy de Palma, indiscussa protagonista del cinema almodovariano, che interpreta l'implacabile maestra del giovane stilista, rivelatasi una fashion designer dalle fantasie inconfessate nel campo della griffe, o ancora Catherine Deneuve, che si presta ad elencare i titoli che l'enfant terrible diede alle creazioni della sua favolosa sfilata di alta moda maschile dei primi anni Novanta. Ogni sodalizio, ogni interazione contenuto nel racconto della sua vita, dall'infanzia arricchita dalla presenza dell'amata nonna, all'incontro con lo stilista Pierre Cardin, fino alla maturità, ha contribuito a renderlo l'uomo e l'hot couturier che conosciamo attraverso delle originalissime creazioni. Tributo quasi sentimentale dedicato a Madonna, la star che più di ogni altra ha concorso a renderlo famoso in tutto il mondo e che lo scelse come stilista per i suoi look di scena, iconico fra tutti il "Cone Bra" ideato dal maestro per il Blond Ambition Tour della diva nel 1990, non dimentica di omaggiare altre artiste leggendarie come Mylène Farmer, Kylie Minogue e Marilyn Manson. Jean Paul segna anche il mondo del cinema con i suoi abiti straordinariamente folli per i film di Pedro Almodóvar, Luc Besson e Jean-Pierre Jeunet. Sul finale il protagonista guadagna la scena ringraziando l'Italia per essere stata fonte di ispirazione unica, valida a consolidare la sua immagine di stella luminosa nel firmamento degli artisti del glamour sartoriale; un vero omaggio quindi nei confronti di tutti coloro che hanno contribuito al suo sfavillante successo. La presente recensione si riferisce allo spettacolo del 7 marzo 2024 |
JEAN PAUL GAULTIER
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