Italo Svevo è lo pseudonimo che Aron Hector Schmitz, scrittore e drammaturgo italiano di enorme caratura, scelse per sè coerentemente alla sua origine geografica controversa. Cresciuto in un contesto mitteleuropeo, elesse il suo nome d'arte sintetizzandone le due culture, italiana ed austriaca, che formarono la sua educazione.
La matrice autobiografica del romanzo ci trascina nell' inward turning dell'autore attraverso l'originale bizzarria dell'alter ego Zeno Cosini, di cui Alessandro Haber regala un taglio interpretativo del tutto inedito e geniale. Un ciclopico orbicolare sovrastante in scena è pupilla e, via via, finestra d'affaccio sull'ambiente circostante che muta in corrispondenza dei fatti scenici correlati al racconto, al contempo monitor, amplificatore statico di figure apparentemente secondarie, funzionali all'introspezione del protagonista. Negli otto capitoli in cui è suddiviso il testo si dipana la trama del romanzo. S'apre la scena con la prefazione d'uno Zeno già attempato alle prese con il disappunto del Dottore S. (evidente, a nostro avviso, il riferimento al padre della psicanalisi Sigmund Freud), che a sua volta ci racconta della sua vendicativa decisione di pubblicare le memorie di Cosini, sottolineando l'intenzione ritorsiva riferita alla reticenza del paziente nei confronti della validissima cura. La scelta scenica (regia di Paolo Valerio) di mantenere Zeno/Haber sul limitare del campo per buona parte della narrazione, consente che la stessa divenga un agevole andirivieni dialogato del protagonista che ha modo di intrattenere con la propria storia, con un sé stesso mutevole e con il pubblico , un continuo rapporto di sagace autoironico disincanto. Il male di vivere di Zeno, quello che non gli consente di essere soddisfatto di sé stesso, delle sue scelte e della sua forza di volontà declinabile nel costante naufragio del reiterato tentativo di prestar fede ai suoi propositi, rende il personaggio simile a tutti noi, più di quanto, indubbiamente, siamo disposti ad ammettere e fa del romanzo sveviano un capolavoro assoluto, caposaldo della letteratura del '900. Il finale recitato come solo Haber avrebbe potuto, è attualissimo: un profetico Armageddon apocalittico porrà la fine, tragicomica anche questa, della specie umana, meritevole di estinzione in fondo, per totale assenza di senso logico e di autocritica. La tesi dell'opera è inconfutabile: l'esistenza è un gioco fatale! Magistrale!
La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 1° novembre 2024 |
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La coscienza di Zeno
con Alessandro Haber di Italo Svevo con Alberto Fasoli Valentina Violo Ester Galazzi Emanuele Fortunati Francesco Godina Meredith Airò Farulla Caterina Benevoli Chiara Pellegrin Stefano Scandaletti Giovanni Schiavo regia di Paolo Valerio adattamento Monica Codena e Paolo Valerio scene e costumi di Marta Crisolini Malatesta luci di Gigi Saccomandi musiche di Oragravity video Alessandro Papa movimenti di scena Monica Codena produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Goldenart Production
Capolavoro della letteratura del Novecento, romanzo antesignano di respiro potentemente europeo, ironico e di affascinante complessità, La coscienza di Zeno ha celebrato nel 2023 i cent’anni dalla pubblicazione. Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia lo porta in scena per la regia di Paolo Valerio in un nuovo allestimento - prodotto assieme a Goldenart Production - nell’ambito di un ricco percorso di ricerca dedicato agli importantissimi giacimenti culturali di Trieste e del suo territorio. La figura monumentale di Italo Svevo ed il suo straordinario romanzo psicanalitico vi rappresentano un momento di profondo, universale significato. La coscienza di Zeno, d’altra parte, possiede anche una propria vivace teatralità, per la sperimentazione di una scrittura innovativa e per il suo essere dominata dalla coinvolgente, complessa e attualissima figura di Zeno Cosini. Il romanzo infatti sgorga dagli appunti del protagonista che si sottopone alle cure dello psicanalista Dottor S. cercando, per quella via, di risolvere il suo mal di vivere, la sua nevrosi e incapacità di sentirsi “in sintonia” con il mondo e con la realtà. Il suo percepirsi inetto e malato, ed i suoi ostinati - ma mai del tutto convinti - tentativi di cambiare e guarire, portano Zeno ad attraversare l’esistenza intrecciando sorprendentemente quotidianità borghese ad episodi surreali ricchi di humour e di verità, e ad illuminazioni che possiedono una forza che ancora ci scuote. La coscienza di Zeno è stata sempre interpretata da grandi attori, come Renzo Montagnani, Giulio Bosetti, Alberto Lionello che fu anche protagonista dello sceneggiato Rai e, nella successiva edizione televisiva, Johnny Dorelli. Nel nuovo allestimento a firma di Paolo Valerio, Zeno avrà il volto di Alessandro Haber, un attore dal carisma potentissimo e dall’istinto scenico assolutamente personale, che fuori da ogni cliché sa coniugare ironia e profondità in ogni interpretazione (fonte: comunicato stampa).
Teatro Carcano
Corso di Porta Romana, 63, 20122 Milano tel: 02 55181362 E-mail:
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ORARIO SPETTACOLI:
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