Eugène Ionesco, uno degli illustri esponenti del Teatro dell'assurdo, il cui capostipite è Martin Esslin, esprime prepotentemente l’insostenibilità dei rapporti umani nell'opera “Délire à deux” scritta nel 1962. Nomenclata come scritto minore rispetto a “La cantatrice chauve” composta nel 1950, certamente il suo testo più noto a cui seguono gli atti unici quali “La leçon” nel 1951, “Les chaises“ nel 1952, “Victimes du dévoir” nel 1953 e “Le rhinocéros” nel 1959, la sua commedia di maggior successo.
Scivolati nel piano inclinato d'una stanza da letto color verde mela, restiamo catturati dalla delirante narrazione di una coppia convivente e logora da un ventennio di ripetitiva usurante coabitazione. L'incipit riguarda una incalzante diatriba su tematica zoologica che affligge i due, mentre all'esterno si consuma una guerra non collocabile nel tempo, che i due, avulsi dalla realtà, quasi non percepiscono, refrattari alle bombe che esplodono, alle sparatorie che echeggiano nella via, alle stragi, ai muri e ai soffitti che crollano. Un argomento apparentemente futile, sul quale l'opinione dei protagonisti continua vigorosamente a divergere, rende particolarmente utile la giusta lettura della amplificata dissonanza di posizioni rinnovando la sensazione che addirittura ogni questione nella diade, con la quale facilmente gli astanti possono identificarsi attraverso quel processo psicodinamico che il teatro rende possibile, non sia una mera teoria soggettiva ma piuttosto l'ennesima barricata nella quale asserragliarsi insieme alle proprie convinzioni, utile questo processo ad aumentare esponenzialmente la distanza dall'interlocutore suffragando i propri autoconvincimenti profondi. All’esterno in qualche misura, di fatto, si riproduce la stessa dinamica in senso cosmico, sotto forma di guerra senza fine che a sua volta minaccia e penetra nel loro delirante ménage. Le due dimensioni si compenetrano a vicenda, eludendo la difesa dall’angoscia esistenziale che abita l’uomo e dal conflitto tra esseri che ne deriva. Gli ottimi interpreti Maria Di Biase e Corrado Nuzzo, partner in scena e nella vita reale, rendono abilmente esilarante, attraverso una peculiare postura e una innata gestualità, persino l'esistenzialismo di cui è intriso il racconto, trascinandoci in un loop grottesco dai toni leggeri, malgrado il contenuto. Applausi a scena aperta.
La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 20 marzo 2024 |
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Delirio a due
di Eugène Ionesco
con Corrado Nuzzo e Maria Di Biase regia Giorgio Gallione scene e disegno luci Nicolas Bovey costumi Francesca Marsella produzione AGIDI e CMC-Nidodiragno
Delirio a due è un piccolo capolavoro del Teatro dell'Assurdo, un irresistibile scherzo teatrale tipico del miglior Ionesco, dove la cornice comica e beffarda e il funambolismo verbale fanno comunque trasparire una società che affoga nella tragedia quotidiana e nella sconcertante gratuità dei comportamenti, e dove il linguaggio, invece di essere strumento di comunicazione, è un ostacolo che allontana e divide. Nella commedia domina il paradosso e il grottesco e la perenne, futile, incessante lite tra Lui e Lei, ridicole marionette umane imprigionate nella ragnatela di un ménage familiare annoiato e ripetitivo. Il tema del contendere è sempre e solo un pretesto: la chiocciola e la tartaruga sono o non sono la stessa bestia? Un grimaldello assurdo (ma che i due vivono come fondamentale) che fa da trampolino a un dialogo sempre più serrato, funambolico e bellicoso che presto raggiunge le vette di un nonsense da comica finale, di un tragicomico Helzapoppin domestico. E tutto ciò mentre all'esterno della casa infuria una misteriosa guerra civile che i due, sordi e ciechi alla realtà, quasi non percepiscono, impermeabili alle bombe che esplodono, alle sparatorie che echeggiano nella via, alle stragi, ai muri e ai soffitti che crollano. La potenza comica ed eversiva di Ionesco arriva in questa pièce a risultati geniali e tragicomici, e la naturalezza surreale con la quale l'autore costruisce dialoghi e situazioni di questo cinico gioco al massacro diventa a poco a poco un formidabile strumento di analisi e critica di una società ottusa e urlante, troppo spesso incapace di afferrare il senso di ciò che le accade intorno, addirittura compiaciuta dalla propria grettezza. In scena Corrado Nuzzo e Maria Di Biase prestano a Delirio a due la loro naturale bizzarria, il loro talento imprevedibile e mai convenzionale, il loro gusto per il capovolgimento improvviso che disegna una situazione che è la perfetta, amara metafora dell'oggi, dove riso e sorriso evidenziano ancor più la banalità quotidiana, il conformismo, le paure di una società inaridita e patologicamente insoddisfatta di sé.(fonte: comunicato stampa)
Teatro Carcano Corso di Porta Romana, 63 20122 Milano tel: 02 55181362
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ORARIO SPETTACOLI:
giovedì e venerdì ore 19:30 sabato ore 20:30 domenica ore 16:30
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