Il 1924 segna la nascita di Mein Kampf, il saggio autobiografico nel quale viene espressa l'ideologia del nazismo. Dopo la morte di Hitler i diritti del suo libro divennero proprietà dello stato della Baviera che mai ne autorizzò la pubblicazione in Germania. Allo scadere dei diritti d'autore nel 2015, venne pubblicata una nuova edizione commentata, la prima ad essere autorizzata per quest'opera dal 1945. Attoniti assistiamo alla minuziosa rappresentazione della nascita, incubazione e gestazione del totalitarismo nazionalsocialista. Un'iridescente rampa romboidale, che ci riporta idealmente alla "Biblioteca vuota" nella Bebelplatz di Berlino, popola l'intero palcoscenico all'interno del quale il progressivo incalzante logorio del monologo si dipana incessantemente fino all'ineludibile epilogo. E' la sera del 10 maggio 1933, a soli quattro mesi dall'ascesa al potere di Adolf Hitler, in Opernplatz, Emil Erich Kastner, lo scrittore, sceneggiatore e poeta tedesco, famoso autore di racconti per bambini, abile a catturare l'attenzione degli astanti leggendo le sue stesse narrazioni in biblioteche o librerie, è sadicamente chiamato e costretto al ruolo di inerme osservatore al cospetto della truculenta intenzione distruttiva che prenderà corpo attraverso il Bücherverbrennungen: il rogo di venticinquemila libri non corrispondenti all'ideologia del Terzo Reich. Arsero, come azione di proselitismo promossa dall'Associazione Nazionalsocialista degli Studenti Tedeschi, sotto il patrocinio del ministro della propaganda Joseph Goebbels, le opere di Karl Marx, Bertolt Brecht, Thomas Mann, Joseph Roth, Theodor W. Adorno, Walter Benjamin, Herbert Marcuse, Ludwig Wittgenstein, Hannah Arendt, Edith Stein, Max Weber, Erich Fromm e dello stesso Kastner che, a differenza di molti altri letterati, in patria rimase, censurato dalla dittatura, sofferente e mai assoggettato. Il flashback subitaneo ci trascina vorticosamente a ritroso nella linea del tempo, costringendoci ad osservare in quadridimensionalità vertiginosa, la genesi di una ossessione compulsiva mostruosa. Un viaggio introspettivo turbolento e nefasto nei meandri più oscuri dell'animo umano, quelli dell'uomo che divenne il dittatore più enigmatico e a tratti affascinante del XIX secolo, il Führer della Germania dal 1934 al 1945. Stefano Massini, eccellente attore e drammaturgo, pubblica, nell'aprile di quest'anno, una versione dell'opera rigenerata e trasformata da prodigiosi enzimi digestivi artistici, di cui consiglio caldamente l'acquisto. Adamantina l'interpretazione del monologhista, straordinario nel far emergere dalle sue stesse viscere inconsce, gli archetipi junghiani attraverso i protagonisti della storia del '900. Applausi a scena aperta. Eccellente! La presente recensione si riferisce allo spettacolo dell'11 ottobre 2024 |
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