Performance di imponderabile impatto emotivo che muta progressivamente lo stato iniziale come stearina liquefatta dal costante logorio di un ardente lucignolo. Coadiuvato dall'intimità della Sala Tre, il pubblico del Parenti assiste alla drammaturgia intransigente e sentimentale dell'incommensurabile Dario D'Ambrosi. Spazio compresso, dilatato al contempo dalla commovente capacità interpretativa del protagonista, quello naif di una abitazione che contiene l'ingombrante surrogato del vissuto di quest'uomo che ripara in modo rudimentale e compulsivo quello che potremmo definire l'effimero per antonomasia: piatti rotti. Dialoga il protagonista, sotto il vaglio severo e giudicante del ricordo paterno con cui dovrà fare i conti fino alla fine, con Gesù sulla croce, con sé stesso e con la propria sfera erotica, attraverso un processo psicologico-fantastico di sezionamento corporeo, grazie al quale egli potrà agevolmente conversare, nella tragica assenza di interlocutori convenzionali, con le proprie membra, intavolando paradossali teorie che lo faranno apparire a sé stesso come arguto e geniale. La protratta segregazione diventa un cardine che fa da cassa di risonanza; ella non lascia scampo, non camuffa, piuttosto rifrange spietatamente le crepe dell'anima, quelle mai guarite dell'Io Bambino. La pièce teorizza chiaramente, fra le battute ben interpretate del monologo, che il processo di alienazione, per cui ciò che originariamente appartiene all'uomo ed è opera sua, gli diviene alieno o estraneo, finendo, da ultimo, con il dominarlo e asservirlo. Il finale è un tributo caloroso fatto di applausi, afflato e coinvolgimento emotivo, durante il quale il drammaturgo sensibilizza il parterre sulle sue più illuminate intuizioni e creazioni: l'Associazione Teatro Patologico, fondata nel 1992, ed il primo corso universitario al mondo di “Teatro Integrato dell’Emozione” ,realizzato nel 2016, in collaborazione con il Dipartimento di Psichiatria dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata”; un percorso di studi questo, interamente rivolto a persone con disabilità fisica e psichica. Eccellente. La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 31 maggio 2024 |
La trota
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