Scritto nel 1994 da Albert Hackett, Frances Goodrich e Dorothy Kingsley, e diretto dal grande regista Stanley Donen, Oscar alla carriera 1998, illustre firma di capolavori come "Un giorno a New York" (1949) e "Cantando sotto la pioggia"(1952). Il film ottenne nel 1995 quattro nominations e un Oscar, come migliore colonna sonora, ad Adolph Deutsch e Saul Chaplin, il Golden Globe, come migliore attore esordiente, a Jeff Richards, una nomination al premio BAFTA come miglior film, una nomination al DGA Award come miglior regia ed il WGA Award come miglior sceneggiatura, ancor prima nel 1954, il National Board of Review lo premiò e inserì fra i migliori dieci film. Si trattò di un pregevole riadattamento de "Le donne singhiozzanti" di Stephen Vincent Benet, che a sua volta trasse ispirazione da Plutarco ne "Il ratto delle Sabine" Negli anni ’40, Joshua Logan, Premio Pulitzer per il musical "South Pacific" e regista di "Annie prendi la pistola", ritenne che la trama potesse essere materiale perfetto per un musical a Broadway accaparrandosi i diritti per farne un adattamento teatrale. Anni di tentativi e lusighe verso compositori, parolieri e produttori furono vani rispetto al suo ambizionso e visionario progetto. Quando la sua opzione scadde, la MGM, casa produttrice a quel tempo colosso nel settore di film musicali, acquistò i diritti per una somma esorbitante. Nel 1978, prima che “Sette Spose” divenisse un successo a Broadway e 24 anni dopo la distribuzione del film, Jane Powell e Howard Keel interpretarono la nuova versione teatrale del musical, adattata dal regista Larry Kasha e dallo scrittore David Landay. La storia è nota ai più e racconta le rocambolesche vicende dei sette fratelli Pontipee. Adam (Baz al secolo Marco Bazzoni), il maggiore, campeggia sugli altri sei in ordine alfabetico e decrescente: Beniamino , Caleb, Daniel, Ephraim, Frank e Gedeone il più giovane dei sette fratelli ed il più talentuoso fra i non protagonisti di questa pièce. Il leader nerboruto del folto e folkloristico gruppo famigliare maschile si rende conto che, fra le montagne fredde e sperdute dell'Oregon in cui lui e i suoi fratelli vivono come bifolchi, è necessaria la presenza di una donna che possa governare e tenere a bada l'intera brigata. Decide quindi, durante una sortita a valle per rimpinguar provviste, di far scoccare il dardo dell'amore come se questo fosse totalmente programmabile. La ricerca in effetti lo porta a conoscere Milly (Diana del Bufalo), la cameriera dell'osteria-locanda del villaggio; tra i due è subito passione che sfocia in nozze lampo. Il prosieguo vedrà consumarsi fra lo scorrere delle stagioni, con una scenografia piuttosto statica arricchita da gran clamore, il gioco delle coppie o ratto sgrammaticato delle Sabine del West, fra i restanti scapoli e le sei fanciulle: Dora Perkins figlia del sindaco che sposerà Beniamino, Rita Cobbs che sposerà Caleb, Lisa Logan figlia del barbiere che sposerà Daniel, Martha Bixby figlia dei droghieri della valle che sposerà Efraim, Sarah Pepperton figlia dell'oste che sposerà Filidoro e Alice Elcott figlia del reverendo che sposerà Gedeone. Apprezzabile il velato intento della regia (Luciano Cannito) di sdoganare il clichè che relega le donne al ruolo passivante di palpeggi e soprusi attraverso la reazione di sdegno della protagonista Milly/Diana, evitando accuratamente che la stessa scivoli nel suo retaggio di professionista della risata, in un clima energetico e vagamente ironico con un retrogusto di zoppicante tecnica corale. Godibile l'atmosfera, di stampo cinematografico da saloon, ad ovest del Missisippi, regalata dalle musiche di matrice country del maestro Vessicchio, che sceglie di rimanere totalmente aderente alla tradizione della narrazione, prova ne è il brano "Bless Yore Beautiful Hide". La messinscena, intervallata da paragrafi scanditi come capitoli cubitali sul sipario, avrebbe potuto essere più fluida attraverso l'utilizzo del ballo e della recitazione, parte ahimè penalizzata. Le coreografie (Luciano Cannito), ben modulate restano roboanti e disomogenee dal cantato molto bene interpretato invero da Diana Del Bufalo. Un colossal questo che racchiude un background di significati, utilissimi a stemperare e superare attraverso l'ironia, quel resistente retaggio maschilista di inizio '900 mediante il linguaggio universale della musica supportato dal canto e dall'arte della recitazione. Consiglio vivamente di sospendere la vendita di pop corn consumabili durante la rappresentazione in sala. Clicca QUI per la recensione della data romana. La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 14 aprile 2023 |
Sette spose per Sette fratelli Produzione di Teatro Nazionale CheBanca! ORARIO SPETTACOLI |