Monocorde apparentemente la scenografia (scene e costumi Maria Carla Ricotti) nuda di separazioni e di impedimenti fra la passione e il conformismo; stativi fissi e visibili sui tre lati (disegno luci di K5600 design), parete a mattoncini grezzi sul fondo. Sei giovani allievi, diversi tra loro per carattere, altezza e tratti somatici, accomunati dall'età e dal desiderio di venire transitati fuori dalle ferree regole e dal conformismo che incapsula tutti nelle spire della ripetitività. Sei sedie su una pedana rettangolare a definire lo spazio dell'aula che diventa mensa, stanza e all'occorrenza caverna segreta. Siamo nel Vermont degli anni '50, i capisaldi dell'elitario college Welton Academy sono quattro e come pilastri di una incrollabile edificazione vengono inculcati, con forza e maschio vigore, nella psiche dei giovani allievi proprio dal preside Norman Lloyd (Marco Massari) cosicchè difficilmente gli stessi potranno sfuggire al solco predefinito per tutti loro. Tradizione,onore, disciplina, eccellenza attraverso questi principi che sono i fondamenti per ottenere una élite esclusiva che comprenda i migliori esemplari umani. La divisa li rende equivalenti, cangianti solo dopo il tramonto con un paltò dal rever porporino; un fatale incontro li desterà dalla piatta inorridente volontà di misurare financo il valore cartesiano della poesia. Il professore di letteratura John Keating (Luca Bastianello) irrompe come un fulmine in questo equilibrio fatto di regole, stereotipi, percosse instillando costantemente nei suoi alunni il desiderio di trasgredire in primis quando si rivolgeranno a lui che risponderà solo se lo chiameranno " O capitano! Mio capitano!". La tragressione si manifesta anche attraverso l'amore per la poesia, le passioni e la consapevolezza che il passaggio terreno debba essere scandito da ritmi personali unici e non replicabili e la vita osservata da punti di vista mai esplorati, vedansi quelli scrutati da in piedi su una cattedra, sovvertendo pericolosamente quello che fino a quel momento, insegnanti, dirigente scolastico, genitori, libri di testo e società avevano praticato e predicato come una ipnosi ai loro danni. In questo scenario i ragazzi, mossi da grande fervore e curiosità, assumono le vesti della Setta dei Poeti Estinti che avevano scoperto, attraverso gli impolverati annuari nascosti tra gli scaffali della biblioteca scolastica, esistere già negli anni in cui il professore era studente e della quale era stato il fondatore. Essi percorrono una vita sommersa e parallela riunendosi di notte per decantare poesie e disquisire d'amore, quel meraviglioso sentimento che il loro mentore ha definito il motore del mondo e attuando, a loro modo, la filosofica del "carpe diem". Neil, allievo aspirante attore, realizza, grazie all'influenza del nuovo professore, che il teatro è la sua passione e mette in scena Shakespeare (Stratford-upon-Avon, 23 aprile 1564 – Stratford-upon-Avon, 23 aprile 1616) nel "Sogno di una notte di mezza estate" (1585) recitando nella parte di Puck; questa sua attitudine è però invisa dal padre che ne legge una grave minaccia al progetto che egli ha in serbo per il giovane e gli intima aggressivamente di troncare con questo filone artistico senza sbocchi pena l'iscrizione ad una scuola militare. Ma le regole ferre sono dure da estirpare ed il percorso ribelle viene minato e osteggiato da tutti i caporali deputati a farlo fino alla fine, a tutti i costi e fino all'ultimo respiro. Una storia che ha trovato un posto nel cuore di tutti noi che abbiamo sicuramente visto più volte il film del 1989 diretto da Peter Weir e interpretato da Robin Williams (premio Oscar come miglior sceneggiatura a Tom Schulman nel 1990). Musiche ben modulate (Marco Iacomelli - disegno fonico Donato Pepe) a scandire i paragrafi e gli stati d'animo: l'organo la solennità, il piano forte il pathos, il violoncello e il flauto soprano la tristezza. Una scansione corale fitta e senza sbavature che lascia inalterata l'intenzione della sceneggiatura originale ma che riesce attraverso un buon lavoro da parte di regia (Marco Iacomelli), scenografia e attori (Marco Massari, Daniele Bacci, Nicolò Bertonelli, Matteo Pilia, Kevin Magrì, Marco Possi, Adriano Voltini, Alessandro Rizza, Linda Caterina Fornari) a regalarci una riflessiva attualità tridimensionale dal sapore amaro. La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 3 maggio 2023 |
L’attimo fuggente
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