Accompagnato soavemente al pianoforte dai celebri concertisti Betsabea ed Elia Faccini, il racconto (scritto da Gabriele Scotti e Lella Costa), musicato ad arte (trascrizione per pianoforte a quattro mani di Faccini Piano Duo), guidato con leggiadria e sapientemente interpretato, fa vibrare di emozioni e riflessioni il palcoscenico del Carcano, teatro di grande tradizione storica indi cornice ideale per una narrazione così articolata e densa di memorie. L'Ouverture del dramma lirico Verdiano "Giovanna d'Arco" apre e inframezza incatenando gli astanti, come da miglior tradizione librettistica, ad un preludio sofisticato che mai delude l'accesissima aspettativa nel suo prosieguo. Una mezza luna malinconica e severa di nome Lella Costa, languida e sincera nella sua splendida luminosità iridescente, guadagna la scena accompagnandosi al leggio che la attende impaziente poggiato sulla riverberante luminosità di un immaginario cielo notturno. L'intreccio è incalzante, con intercalari comici, come la nostra esperta pigmaliona è abilissima a fare. La storia ci racconta l'intreccio epico di una visionaria eroina ventenne, plausibilmente mitomane a causa di un disturbo psichico, sacrificata dall'Inquisizione dopo un processo sfiancante durato 3 mesi al cospetto di un centinaio di uomini testimoni d'accusa per eresia e stregoneria. Questo trattamento, ne possiamo certamente dedurre, è la cinica risposta alla posizione politica parecchio scomoda che la pulzella aveva guadagnato attraverso le sue gesta, in precedenza tanto osannate dalla stessa corte di Francia nella persona del Re Carlo VII. Chi sia stata davvero Jeanne la Pucelle, contadina senza cognome, santificata nel 1920 da Papa Benedetto XV, è complicato da dipanare in una univoca chiave di lettura ed è qui che s'annida il focus della pièce. E l'excursus, come sovente accade nel teatro, è piuttosto un sofisticatissimo e articolato modo per riflettere sullo sfacelo perpetrato dalla becera società patriarcale nella quale, ahimè, le donne hanno avuto ed hanno ancora brutalmente la peggio, a sadico vantaggio di uomini imperatori, mariti, padri, fidanzati aguzzini. Superba questa interpretazione della co-direttrice artistica del Teatro Carcano (Lella Costa attrice, comica, cabarettista, drammaturga, scrittrice, umorista e doppiatrice italiana, famosa soprattutto per i suoi monologhi teatrali) che ha saputo condurci senza indugio nella Francia del '400, fra le battaglie della Guerra dei Cent'anni senza alcuna esitazione perché Lella Costa diciamolo, è proprio un portento sopraffino! La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 20 ottobre 2023 |
Giovanna: la pulzella, la fanciulla l'allodola
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