Plumbea la scena (Gianmaurizio Fercioni), presenta lo spaccato di una malinconica periferia milanese nella quale i personaggi muovono le loro vite su due livelli chiaramente simbolici: in basso un vialetto autunnale saturo di fogliame che un poetico e quasi evanescente netturbino tenta invano di spazzar via e, sul limitare destro, due file di poltrone, allusive al teatro, con un lembo di sipario adagiato su di esse e, in alto, il soggiorno-cucina della casa in cui Maria è ospite fissa della sorella Enrica (Mariella Valentini) e del cognato Angelo (Luca Sandri). Marina Rocco, La Maria Brasca, irrompe come una fulmine irradiando coloro che le sono accanto ed il pubblico con la sua policroma carica vitale. Consapevole e fiera che la sua stessa condizione di essere pensante e padrone di una conquistata e preziosa emancipazione economica, grazie al suo modesto impiego di calzettaia in una fabbrica di Niguarda, le restituisce l'opportunità di scegliere come gestire la sua sfera erotica e sentimentale che sino a questo momento ha soddisfatto con uomini diversi. Stavolta appaga le vibranti voglie carnali con Romeo (Filippo Lai), giovane pelandrone, attirando a sè la morbosa curiosità del vicinato e il petulante disappunto della sorella e del cognato. L'aura di imbarazzo creata dalla disinibita condotta di Maria non la costringerà affatto a ridimensionarsi al conservatorismo che la circonda. Si scopre tuttavia innamorata, a latere del tradimento subito dal giovane amante Romeo, e grazie al suo acume declina le sue affilatissime armi psicologiche volte a disinnescare il processo che la destinerebbe al rango di perdente malgrado, ritengo, nel profondo ella sia certa che la sua divertente frivolezza possa essere un valido antidoto allo status di sconfitta. La signorina Brasca, vigorosa protagonista ventisettenne, non ha bisogno di essere annunciata con un titolo di cortesia che la collochi nel faldone delle non maritate; lei è La Maria Brasca, perchè così l'ha voluta Giovanni Testori, concependola come acme d'anticonformismo e di potente libertà di pensiero. Calzantissimi nel ruolo, solo apparentemente marginale, Mariella Valentini , Luca Sandri e Filippo Lai che ci immergono integralmente nell'effluvio di un tempo che fù. Straordinaria Marina Rocco, che rappresenta il personaggio principale con un' intenzione convincente e attualissima, sia nel proposito dell'autore sia nella moderna chiave di lettura che l'mpeccabile direzione di Andrée Ruth Shammah ha voluto improntare attraverso questa preziosa rivisitazione che ci induce a riflettere sui significati profondi del copione di Testori, ampliandone tuttavia le atmosfere che parlano evidentemente del nostro presente, nel teatro e fuori da esso. Decide di sfrondare la scena l'illustre regista, della presenza di Giuseppa per collocarla fra il pubblico, in cui la protagonista può scegliere di eleggere ogni sera una nuova interlocutrice fra le prime fila del parterre. clicca qui per leggere la recensione della precedente stagione Applausi calorosissimi. La presente recensione si riferisce alla rappresentazione dell'8 giugno 2024. |
La Maria Brasca
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