Il musical "7 spose per 7 fratelli", in scena presso il capitolino Brancaccio dal 19 gennaio al 6 febbraio, presenta innumerevoli elementi di interesse.
Per prima cosa, sarebbe oltremodo ingeneroso individuare nei soli Baz e Diana Del Bufalo gli unici protagonisti dell'opera, giacchè molti dei 6 fratelli e delle 6 spose rivestono parti non propriamente definibili secondarie o minori. A molti di costoro, infatti, vengono affidati ruoli oltremodo rilevanti, per i quali non è inopportuno chiamare in causa la figura del (o della) co-protagonista. Alcuni di essi, peraltro, vantano abilità canore, danzerecce e recitative di paritetico spessore qualitativo. Con riguardo all'aspetto della danza, in particolare, ecco che ci si imbatte in una vera e propria eccellenza (non la sola, peraltro): va infatti segnalato che l'intero cast vanta studi chiaramente classici, i cui retaggi sinuosi ed eleganti sono spesso rinvenibili - in un connubio che dovrebbe suonare improbabile ma che invece affascina continuamente - nelle posture e nelle movenze rustiche dei balli tipici della compagine campagnola dell'800 statunitense. La curva dell'attenzione, lo si garantisce, resta alta per tutta la durata dello spettacolo teatrale, senza flessione alcuna, anche quando i monologhi e il canto spariscono, lasciando spazio ai soli movimenti del corpo. Diana del Bufalo è una conferma: in bilico tra spontaneità e raffinatezza recitativa, esprime anche eccellenti doti canore, ormai ben note al grande pubblico, che la rendono consolidata artista a tutto tondo. Baz costituisce una piacevole sorpresa, apparendo oltremodo azzeccato nella parte di Adamo Potipee, il primo sposo dei sette fratelli: palesa un timbro vocale interessante e recita con un'attitudine che risulta in bilico tra brillante attitudine e brevi aperture al dramma (invero, sarebbe perfetto se spogliasse il suo personaggio di alcune connotazioni ilari, fortunatamente assai contenute, evidente retaggio del suo background da comico. Inoltre non si capisce perchè egli si ostini a presentarsi anche nella compagine teatrale con lo pseudonimo da comico, ignorando nome e cognome: Marco Bazzoni). La regia è puntuale (forse un tantino repentina nei numerosi cambi di palco che caratterizzano il secondo tempo, ma la storia appare articolata e la difficioltà a rappresentarla è rilevante) ed è sublimata dalle già descritte qualità artistiche del numeroso cast, peraltro (altra caratteristica non indifferente), perfettamente in grado di bucare con naturalezza la quarta parete. Le musiche avvincenti, affidate alla direzione del M° Peppe Vessicchio e alla conduzione del M° Marco Atturi, sono suonate interamente dal vivo dalla meravigliosa Orchestra Sesto Armonica (e siamo giunti ad un'altra eccellenza dello spettacolo), sublimate da una acustica perfetta, da una stupefacente sincronia con gli attori/cantanti, da una riccchezza di strumenti musicali che neanche trascura le percussioni più particolareggiate. In conclusione, il musical "7spose per 7 fratelli" costituisce uno sforzo economico ed organizzativo notevole giacché interessa tre discipline artistiche (recitazione, danza e musica), e che, per questo motivo, risulta impossibile da ignorare, specie in un momento storico quale quello attuale, potenzialmente critico per il teatro italiano. |
"7 spose per 7 fratelli” di Luciano Cannito Cast:
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