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We Insist!
The Babel Inside Was Terrible

Wow. Allora mettiamola così: se, in una scala da 1 a 10, i Mars Volta vi piacciono 7 e non 9 o 10, perché:

a) sono bravi ma le improvvisazioni lunghe ed ostentate cui sono dediti vi risultano tediose e pesanti;
b) i richiami ai King Crimson non sono mai del tutto concreti;
c) talune estemporanee manifestazioni della cultura chicana (cultura dei messicani cresciuti negli Stati Uniti, divisa tra due culture diverse, messicana e americana), c’entrano come i cavoli a merenda con generi come l'avant, il progressive, la salsa, il free-jazz, la fusion, il noise, che il gruppo propone palesando invidiabile eclettismo musicale;
beh, allora i We Insist! fanno per voi.

Per descrivere la proposta musicale di questi tizi, sono costretto a ricalcare la struttura espositiva evidenziata in premessa:
a) sono bravi e tecnici;
b) non indugiano più di 4-5 minuti su ogni brano;
c) infarciscono i loro pezzi con subitanei campi di tempo;
d) richiamano fortemente, ed intelligentemente, i Crimson più nevrotici e schizofrenici ma senza clonarne il suono algido e metallico delle recenti produzioni;
e) si affacciano su generi talmente distanti tra loro (avant, progressive, jazz, noise), che una definizione del genere suonato appare assai ardua, se non impossibile.
Loro stessi riferiscono proporre una formula così sintetizzata: “Corruptible rec./Exile on Mainstream/Southern”, ma ci sembra più una provocazione intelligente che una reale definizione musicale. Chi scrive li vede vicini al pubblico progressive antiromantico per eccellenza, che apprezza senza riserve il genere nevrotico e paranoico tipico dei King Crimson di Red, Vrooom, Thrak ben espresso in brani come “Indiscipline”, “Neurotica”, “Red”, “Larks' Tongues In Aspic”.
I tipi dei We Insist! propongono una mistura sonora caratterizzata da una complessa ed insolita struttura ritmica, melodie angolari, sonorità fuori dagli schemi del rock tradizionale, accordi dissonanti e grande sperimentazione tecnica (basti dire che il sassofonista suona collegando il suo strumento ad un amplificatore per chitarra, utilizzando una vasta gamma di effetti a pedali.). Naturalmente, offrono influenze moderne che rendono il prodotto assai attuale: tracce dei Muse di “Origin of Symmetry”, ad esempio, sono facilmente verificabili in “Custom Device”.
Dal punto di vista grafico raffigurano la loro paranoica e nevrotica visione della musica con una copertina surreale, decisamente sorprendente, quasi alla maniera dei Porcupine Tree, se non degli stessi Mars Volta.

95/100


Etienne Gaillochet: Batteria, voce
Julien Allanic: Basso
Eric Martin: Chitarra, voce
Julien Divisia: Chitarra, voce
François Wong: Sassofono

Anno: 2009
Label: Exile On Mainstream Records
Genere: Experimental

Tracklist:
01. Déjà vu
02. Oakleaves
03. Efficiency and Bad Habits
04. In a maze
05. Custom Device
06. Thoughtful Anatomy
07. Dead Dog
08. Ancient Follies
09. Our Countries
10. Cogent Stories
11. Biting Tongues

Sul web:
We Insist!
We Insist! @MySpace

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