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Teatro Lazzaroni: inaugurazione prevista il 4 giugno

 



Fondamenta Teatro e Teatri Il Teatro di Villa Lazzaroni


Un piccolo Teatro, grande come la sua Città

INAUGURAZIONE - Sabato 4 giugno 2022 ore 17:30

Il Teatro di Villa Lazzaroni riapre dopo tanti anni di chiusura e numerosi interventi di restauro.
Sarà, ancora una volta, al centro del suo territorio, del suo vasto quartiere.
Uno spazio aperto a tutte le ore per attività diverse, eppure convergenti nel fare cultura dello spettacolo.Aggregazione sociale - in sintonia con le tante (novantaquattro) associazioni culturali del quartiere - svago, curiosità intellettuale.
Incontri, dibattiti, presentazioni di libri, di film, conferenze e conversazioni di scena, animazione teatrale, spettacoli per bambini e ragazzi faranno cornice agli spettacoli della sera.
La gestione è stata affidata tramite bando a Fondamenta La Scuola dell'Attore/Teatro e Teatri, ente di formazione artistica e impresa di produzione teatrale riconosciuta dal MiC.
Sarà un Teatro di Comunità e presidio culturale del VII Municipio.
Accanto alla sala teatrale prenderà nuovamente vita anche la Sala Marco Aurelio, una bottega creativa dedicata a percorsi di animazione per bambini e formazione per educatori, animatori e insegnanti curati dall’Associazione Culturale Il Flauto Magico.





Che Teatro si vedrà a Villa Lazzaroni?
Teatro d’autore, di regia e d’attori.Spettacoli colti senza essere esclusivi, popolari senza essere grevi.
Divertimento e riflessione.Riso, sorriso ma anche ragione.
Invito al pensiero critico, all’inclusione, all’internazionalismo.
Rispetto per la “ragione degli altri”, contro i luoghi comuni, le frasi fatte, i pregiudizi senza logica e ragione.
Teatro quindi come una scuola aperta ed allegra, per giovani e adulti, per saperne di più, allargare lo sguardo, la prospettiva sul mondo.

L’ingresso all’inaugurazione è riservato agli invitati.

(fonte: comunicato stampa)






Villa Lazzaroni
(fonte: Sovraintendenza Capitolina ai Beni Culturali)

Villa Lazzaroni è un importante esempio di trasformazione, alla fine del secolo XIX, di un insediamento agricolo e produttivo del suburbano di Roma in residenza padronale, fenomeno molto diffuso in quell'epoca.
Situata nel tratto urbano della via Appia Nuova, è frequentata dai cittadini della zona che qui trovano, nell'edificio principale della villa, la sede del VII Municipio.
Sembra plausibile datare l'acquisizione dell'area e la trasformazione dell'edificio da parte della famiglia Lazzaroni agli ultimi decenni del sec. XIX. All'epoca i Lazzaroni, famiglia di nuove fortune, titolata di baronia motu proprio di Umberto I dell'aprile 1879, risultavano proprietari del Palazzo Grimaldi a largo dei Lucchesi e di alcune tenute nell'Agro romano, come quelle di Tor di Quinto e Leprignana. La realizzazione di una villa "di delizia" era quindi indispensabile per completare l'immagine dei neoaristocratici in cerca di legami, almeno simbolici, con la grande nobiltà romana dei secoli precedenti.
I lavori di ristrutturazione effettuati nella vigna sulla via Appia Nuova si limitano comunque all'ampliamento del casale rustico preesistente. L'intervento di riqualificazione dell'edificio fu incentrato sulla decorazione del prospetto settentrionale e l'inserimento di un corpo occidentale per dotare l'edificio di un grande salone da adibire a balli e ricevimenti. Il parco fu una creazione originale dei Lazzaroni, concepito come ricco giardino padronale, seguendo il gusto paesaggistico eclettico tipico della fine del secolo scorso. Si possono ancora riconoscere quattro fontane rustiche, a scogliera di tufo, sistemate nei punti cruciali del sistema viario; due, circolari, coronano gli slarghi prospettici che raccordano i diversi percorsi, altre due abbelliscono, assieme ad alcune aiuole, le aree antistanti il prospetto nobile e il salone dei ricevimenti. L'accurata selezione delle essenze botaniche andrebbe collegata alle attestate competenze in materia di giardinaggio del barone Michele. Sono oggi presenti alcuni vecchi ulivi, che testimoniano l'origine agricola della villa, allori, un mandorlo di 130 anni, pini da pinoli e pini di Aleppo, abeti, tassi ad ombrello. Elementi di impronta esotica sono la Pawlonia tomentosa, araucaria, Acacia karoo, Lagerstroemia, albero di Giuda, Gingko biloba.
Dagli inizi del '900 alterne vicende hanno alterato l'aspetto e le proporzioni del complesso. Già nel 1908 esso venne utilizzato come ricovero per gli orfani del terremoto di Messina. Scongiurato nel 1930 il pericolo di una probabile lottizzazione dei terreni, la Villa passò, dopo l'ultima guerra, in proprietà dalla Provincia Italiana dell'Istituto delle Suore Francescane Missionarie di Maria, che ampliarono l'edificio principale. Nel 1960-61 vennero, inoltre, costruiti un orfanotrofio (poi diventato asilo) e una chiesa (oggi trasformata in teatro).
Sempre in quegli anni, con una permuta vennero ceduti al Comune 2 ettari di parco a nord, e venne realizzato un muro divisorio tra le due proprietà con il risultato di alterare pesantemente l'aspetto del giardino. La successiva risistemazione del giardino cambiò ulteriormente l'assetto paesaggistico con l'inserimento di nuove attrezzature (pista di pattinaggio, campi di bocce, giochi per bambini), ma soprattutto di nuove alberature estranee alla sistemazione originaria.
Nel 1979 il Comune di Roma acquisì tutta l'area, ristrutturò l'edificio padronale adibendolo a sede degli uffici della IX Circoscrizione e abbatté il muro divisorio.

Dove si trova: Municipio VII, quartiere Appio - Latino
Epoca: fine XIX secolo
Estensione: 54000 mq
Ingressi:
via Appia Nuova 520, 522
via Tommaso Fortifiocca 25, 27 e 31, 71 (ingressi al parcheggio)

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