Quella della At Hand Production, non una vera e propria band, bensì un gruppo di talentuosi polistrumentisti e compositori di Philadelphia, è una poetica tanto particolare quanto ambiziosa, poetica volta ad approfondire la fenomenologia dello stretto rapporto che lega parola, musica e video, poetica che ritroviamo sintetizzata al meglio in questo Prophecies of War.
Guerra, come il titolo suggerisce. Guerra che viene analizzata e reinterpretata artisticamente attraverso la combinazione tra jazz improvvisato, progressive rock e musica classica e discorsi presidenziali o lettere dal fronte lette da estemporanee voci narranti. Una rielaborazione fondata sull’accostamento tra l’emotività suscitata dal rumore dei bombardamenti e le atmosfere dilatate, oniriche e a tratti incisive della componente musicale. Un approfondimento del più grande errore/orrore umano che, più che farci riflettere sul tema della guerra in sé, ci rivela quanto terribili e inquietanti potessero essere Miles Davis o John Coltrane. Certo, qualcosa manca. Il disco di fatto ci propone un’opera mutilata, priva di una componente necessaria, ovvero il video, le immagini che scorrono sul maxischermo in perfetta simbiosi con tutto il resto. Motivo per cui il voto alto lo meriterebbe solo l’intera performance, quella a Philadelphia del 2002. Ci rimane solo valutare Prophecies of War come assaggio-preludio di qualcosa di molto più ampio, esteso ed emotivamente (ma anche intellettualmente) coinvolgente. The poetic of At Hand Production, not a band but a company of talented musicians and composers from Philadelphia, is as particular as ambitious, for the reason that has the purpose of deepening the phenomenology of the strict relationship between word, music and video. We find this poetic better summarized in Prophecies of War. 85/100 |
Andrew Hanna: Compositore Anno: 2007 Sito web:
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