È giovane, fa tutto da solo ed ha le idee ben chiare. Leonardo Barbadoro in arte Koolmorf Widesen, classe 1987. Giovane il ragazzo, vent’anni tondi tondi e già un mucchio di idee che frullano per la testa.
Eh si. Idee. E coraggio. Ci vuole coraggio per imbastire un progetto come questo in questi anni. Il coraggio di aggrapparsi al krautrock, a Stockhausen e all’IDM con una buona dose di sfrontatezza giovanile. Ma guardiamo al passato. Quante volte l’arroganza giovanile è stata ben ricompensata? Piccoli geni in cima al mondo che a vent’anni compivano una vera e propria rivoluzione, aiutando la musica a svecchiarsi, a voltare pagina. Non si tratta di fare paragoni ingenerosi, ma per dimostrare che il nostro Koolmorf possiede una delle tante qualità necessarie per fare buona musica, ovvero l’intraprendenza. Intraprendenza che lo spinge verso composizioni dettagliatamente studiate, oscillanti tra ricercate melodie e beat sparati a bpm altissimi, tra scorazzate ritmiche alla Aphex Twin e momenti meno impetuosi (perché di calma non si può parlare) di chiara derivazione post-rock, genere con cui l’artista ha avuto a che fare negli anni passati. Saltano all’orecchio altre decine di riferimenti, dai Godspeed You!, Black Emperor ai Radiohead di Kid A. Ma la personalità degli otto brani che compongono questo lavoro d’esordio è notevole; si può chiudere un occhio (e lo si chiude volentieri) sulla formula poco originale. Ma il giovane Koolmorf ha da prendersela solo con l’età. Ha solo vent’anni e tutto il tempo a disposizione per spremere fino all’ultima goccia il grande talento che per ora (magistralmente) tiene rinchiuso in parametri un po’ abusati. Che continui così; per ora ci resta un piacevolissimo (e grande) disco. 80/100
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Leonardo Barbadoro: Tutti gli strurmenti, programming Anno: 2007 |