Jake Playmo, al secolo Jan Klare chi è costui ?
Circondato nella copertina da ogni tipo di giocattolino appare come una figura intellettualoide a metà strada tra David Byrne e Brian Eno, con i quali condivide un, nel suo caso, discutibile gusto nel vestire. Eppure, le caratteristiche del geniaccio Jake Playmo le ha tutte. Spazia dal pop al noise con una disinvoltura degna di un grande maestro, confonde l’elettronica con il jazz come solo i grandi sanno fare, e il tutto secondo precise coordinate personali. Non stupitevi, dunque, se un fraseggio tanto carino e orecchiabile di saxofono viene, di punto in bianco, spazzato via da un drone ronzante e fastidioso: fa tutto parte del gioco. Paradossalmente gli opposti si attirano, un po’ come già succedeva nei Talking Heads trent’anni fa, e attraendosi non stonano, ma raggiungono un interessante stallo emozionale. Che la dote di Playmo stia proprio nella capacità di far convivere gli opposti ? Molto probabile, anzi, sicuro. Ma se giunti quasi a metà iniziaste a desiderare qualcosa di più concreto e meno astratto? Se il vostro udito reclamasse con forza anche solo un semplice coro da stadio? Beh, qui la faccenda si complica e il vero genio interverrebbe con una gran melodia catchy, con un fantastico compromesso tra commerciale e sperimentale, alla maniera di certi personaggi che dopo due ore di divagazioni strumentali ti tiravano fuori dal cilindro un brano in cui crogiolarti. Playmo, tuttavia, decide di terminare il disco così come l’aveva iniziato. Non sarà un genio, ma il talento non gli manca e “My Favorite Toys” si fa apprezzare per la sua giocosa libidine, per il suo piglio allegro e per la sua squadrata dinamicità. Se cercate intellettualismi con cui confrontarvi, qui li troverete, anche di un certo spessore. Chi lo ama, lo segua, dunque. 80/100
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Jan Klare: Sax, flauto Anno: 2007 |