Precedentemente responsabili in duo di un Self-titled, gli Sciarada tagliano il traguardo del secondo album con questo The Addiction, con l'aggiunta in line-up di Marco Tuppo, polistrumentista al pari Matteo Sorio e Michele Nicoli.
Le nebbie ambientali di “Devon ptu” (10 minuti) sono costellate da interventi percussivi e tastiere che richiamano il kraut-rock, prima di adagiarsi su atmosfere prese in prestito dall'Angelo Badalamenti formato-Lynch. “Odessa” è una sonata per piano, introdotta (e disturbata) da elementi di musique concrete e accompagnata da droni in sottofondo. E' un discorso che prosegue anche in “Addiction” prima di far collidere dark-ambient e loop ritmici. “Lazarus cotext” è forse il picco emotivo del disco, un intimo acquarello a base di suoni trovati e tastiere ambientali e cori eterei. “I” aggiunge un organo farfisa e una struttura "dinamica", quasi progressive-rock, nel contesto di un disco fatto di atmosfere vaporose che sfumano una nell'altra. La voce di Antonella Bertini è la protagonista lamentosa della spettrale “n.v”, a base di campionamenti in reverse. “Metroshifter” evoca distanze siderali prima di concedersi ad una gentile sonata per piano (e archi). La conclusiva “Baratio” si concede persino inserti pop più rassicuranti. “The Addiction” è in definitiva un lavoro egregiamente suonato, cosa che non si può certo dire di molti dischi ambient oggigiorno; non ha poi tanto a che spartire con le conclamate influenze (Labraford, Tribes of Neurot e Robert Fripp in primis) e nella sostanza offre poco o nulla a chi già mastica sonorità ambientali/post-rock del genere, pur trovando una costante nel backdrop di rumori, droni, samples, chitarre processate e particelle di keyboards, che paiono voci sussurranti in agguato nel buio, che danno al tutto una lieve patina cinematografica. 68/100
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Michele Nicoli, Matteo Sorio, Marco Tuppo: drums, loops, piano, acoustic and electric guitars, bass, farfisa, reverbs, ambient soundscapes, percussions, drum loops, programmi, synth. Anno: 2009 |