L'Ep Spirit non è altro che l'ennesima prova dell'incessante attività del beatmaker D.M.C., qui sotto l'alter ego di Robot Kaard.
Piuttosto che riprendere una delle sue tante sfaccettature che hanno caratterizzato in un modo o nell'altro le precedenti le prove (hip-hop, psichedelia, kraut), questa raccolta va nella direzione opposta e contribuisce a scinderne la già variegata cifra stilistica in multiple direzioni, quasi in un atto di schizofrenia: Robot Kaard, al contrario di quanto ci si aspetterebbe da un debutto, non cerca di definire una personalità, ma ne afferma tante insieme. L'opener è “On”, una specie di dubstep (sperimentalmente) oltranzista che si rivela un viaggio nevrotico tra frequenze bassissime, sotterranee direi, dissonanze inquietanti ed interferenze; decisamente oscuro. Al contrario “Fever” è sostanzialmente un brano dance, possibilmente un b-side del precedente Calcultator. “Koom Puter 9” è al massimo un divertissement a base di Nine Inch Nails, Bjork, spoken word cavernoso e robotico e sonorità pseudo 8-bit. Il vero talento del giovane produttore lo si ritrova nel kammerspiel glitch “Nintendo Night”, una piccola perla di convivenza di inventiva ritmica e tensione psicologica via samples schizzati e soluzioni ambient, e in “Trebor”, un pastiche di parti orchestrali da colonna sonora cinematografica, eletronica in beat repeat, percussioni, samples funk e rintocchi di pianoforte. Sebbene lontani anni luce dall'estetica trascurata dei mixtape, più che un'opera completa siamo in presenza di una dimostrazione dell'ampio range di possibilità nell'armamentario di Robot Kaard/D.M.C., un breve quaderno di appunti che vive di intuizioni e colpi di classe tra alti e bassi. 60/100
|
Robot Kaard: Programming Anno: 2009 Sul web: |