“Pignasecca e Pignaverde” è una delle commedie più celebri e amate di Govi, un gioiello del teatro dialettale genovese che racconta le vicende del commerciante Felice Pastorino, tirchio fino al midollo, che tra equivoci, rivalità e colpi di scena vive una vita paradossale tanto da divenire umanamente e simpaticamente l’icona della piccineria (negata) che contraddistingue la vita di tutti. Solenghi, insieme alla sua compagnia, ha scelto di mantenere la struttura classica della commedia, riproponendola con un equilibrio perfetto tra fedeltà alla tradizione e freschezza contemporanea e rendendola accessibile anche a chi non conosce il dialetto grazie a una recitazione espressiva e a una regia intelligente che punta sull’immediatezza delle situazioni. Così i dialoghi, ricchi di battute fulminanti e taglienti, piene di doppi sensi e di quel tipico umorismo genovese sempre in bilico tra comicità popolare e malinconia, possono essere seguiti facilmente nonostante il ritmo incalzante. Particolarmente riusciti sono i monologhi, dove Solenghi gioca con i tempi comici, alternando pause sapienti alle battute fulminanti, proprio come faceva Govi. Le risate sono garantite, ma non mancano momenti di riflessione, soprattutto quando emerge quella vena malinconica e quasi pirandelliana che Govi sapeva nascondere dietro alle risate.Molto bravi anche gli altri attori che costruiscono personaggi credibili nella loro iconicità; in particolare la sofferente moglie di Pastorino, Matilde, interpretata da Claudia Benzi e l’irrispettosa cameriera Lucia resa sulla scena da Stefania Pepe. Alto livello anche per Laura Repetto che interpreta la poco credibile figlia ribelle Amalia e per Pignaverde, cugino alter ego di Pignasecca anche lui tirchio indefesso, interpretato da Mauro Pirovano. Ma bravo tutto il cast, efficace nel far vivere e rivivere i sentimenti attraverso le azioni e le parole.Prezioso anche il progetto scenografico di Davide Livermore orientato alla tradizione: ambientazioni statiche, monocrome, essenziali, umili e austere (in linea con il padrone di casa), costumi, curati nei dettagli che riprendono lo stile dell’epoca senza essere caricaturali e musiche mai invadenti che contribuiscono a immergere lo spettatore nella Genova della prima metà del Novecento, senza mai risultare nostalgici o datati.La regia dello stesso Solenghi valorizza sia il testo originale che l’interpretazione con scene essenziali ma efficaci che ricreano l’atmosfera vintage del teatro di Govi bilanciando tradizione e modernità e facendo sì che lo spettacolo sia al tempo stesso un omaggio e una rilettura viva e pulsante.Un bello spettacolo che ha ottenuto molti applausi dimostrando che il teatro di Govi, se ben interpretato, rimane attuale e coinvolgente, tanto che il regista ci ha tenuto ad intrattenersi con gli spettatori dopo la fine dello spettacolo per ringraziarli per quella che è stata la “prima rappresentazione all’estero” (cioè al di fuori della Liguria).Se amate il teatro comico d’autore e volete assistere a una performance di altissimo livello, “Pignasecca e Pignaverde” con Tullio Solenghi è da non perdere.
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PIGNASECCA E PIGNAVERDE commedia in due atti di Tullio Solenghi e Margherita Rubino regia Tullio Solenghi e con Claudia Benzi, Laura Repetto, Matteo Traverso, Stefano Moretti, Roberto Alinghieri, Mauro Pirovano, Stefania Pepe trucco e parrucco Barbara Petrolati produzione Teatro Sociale di Camogli, Teatro Nazionale di Genova foto: Ilpigiamadelgatto Dopo lo strepitoso successo de I maneggi per maritare una figlia – due anni di sold out, prima in Liguria e poi in una trionfale tournée nazionale – Tullio Solenghi affronta nuovamente la sfida di “clonare” Gilberto Govi, misurandosi con l’altro cavallo di battaglia del grande attore genovese: Pignasecca e Pignaverde. Con l’aiuto fondamentale, anche questa volta, dello stupefacente trucco e parrucco di Bruna Calvaresi, Solenghi torna a trasformarsi, anima e corpo, nella maschera goviana; una scelta registica e interpretativa a suo modo estrema, mai tentata prima. Rispetto ai Maneggi, che essenzialmente è una commedia degli equivoci, Pignasecca e Pignaverde, di Emerico Valentinetti, ha il valore aggiunto di una drammaturgia più elaborata e ambiziosa, incentrata su un tema classico del teatro comico: l’avarizia. Un piccolo Molière “alla genovese”, per valorizzare il quale Solenghi ha scelto di farsi affiancare da un altro attore comico genovese, Mauro Pirovano, ex-componente del gruppo satirico “Broncovitz”, da uno dei migliori attori di prosa del teatro italiano, Roberto Alinghieri, e da due attrici che hanno mostro tutto il loro talento e la loro verve nei Maneggi: Stefania Pepe e Laura Repetto. Una messa in scena che, impreziosita dal progetto scenografico di uno dei maggiori registi teatrali di oggi, Davide Livermore, si prepara a replicare il successo dei Maneggi. Anche perché, quanto a battute e scene memorabili, che sembrano scritte per diventare proverbiali, Pignasecca e Pignaverde non è da meno.
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