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La Sindrome di Kessler
La Sindrome di Kessler

Un buon disco di esordio questo de La sindrome di Kessler che propone un “grunge italiano” caratterizzato dai classici suoni, sporchi, distorti, di “Seattleiana” memoria accompagnati però da melodie cristalline, rigorosamente in italiano, in cui è facile riconoscere la tradizione musicale meridionale ed il gusto della band.

Musica sperimentale, combinazione di forza e delicatezza, asperità e dolcezza, pragmaticità e romanticismo che costituiscono l’humus dell’album; in vari momenti vi ho ritrovato il gusto per l’esplorazione dell’ignoto che ha caratterizzato l’era progressive degli anni ’70, senza l’orpello dell’allora necessario approccio culturale, senza le sovrastrutture farraginose e psicologiche ma con una ricerca di semplice immediatezza che costituisce uno dei valori dell’album.

Voglia di cercare luoghi nuovi, di superare i confini, sottolineata anche dal nome scelto dalla band per se stessa e per il suo primo album: monito sul pericolo di inquinamento dell’orbita terrestre derivante dai detriti spaziali che lo stesso uomo sta provocando … e che potrebbe portarlo all’isolamento. Voglia di cercare questi luoghi partendo dall’interno di se stessi, in un processo creativo che privilegia il contributo di tutti i membri della band e caratterizza l’album con una forma canzone dove ogni brano ha un suo divenire consistente e rappresentativo: nessuna sovrastruttura complessa, nessuna necessità di “capire” ma suoni immediati, essenziali e nello stesso tempo comunicativi … ben supportati dal canto che funge da contrappunto melodico con testi che ricercano l’introspezione, l’intimità. Tra i brani più riusciti ci sono “Le Direzioni”, con un andamento musicale che segue una costruzione sinfonica ed una voce graffiante che spariglia le carte riportando l’attenzione al dilemma tra caso e scelta, essere o divenire.

Altro brano interessante è “Condizione Immune” per la sua costruzione della melodia, un loop continuo tra chitarra distorta e voce. Meno riusciti invece “Pensieri Cercati” e “Parabola di un Desiderio” dove l’alchimia tra la melodia e i vari momenti musicali, talvolta troppo disomogenei tra momenti lenti ed accelerazioni, non riesce a decollare e fa risultare i brani un po’ noiosi e poco d’impatto. Comunque complessivamente un buon album che promette molto bene anche per il prosieguo della band che si capisce non essere improvvisata ma con solide basi sia tecniche sia soprattutto come motivazione e voglia di comunicare (supportata da validi argomenti).

75/100


Antonio Buomprisco: Voce, chitarra
Canio Giordano: Chitarra, voce
Luca Mucciolo: Batteria
Roberto Cola: Basso

Anno: 2015
Label: Autoproduzioni
Genere: Sperimentale

Tracklist:
01. Fanfarlo
02. Parabola di un desiderio
03. Spiraglio
04. Le direzioni
05. Condizione immune
06. La detonazione delle nuvole
07. Sinuose alterazioni
08. In attesa
09. Pensieri cercati
10. New day

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