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Psychocean
Embryonal Confinement

Gli Psychocean di Catania debuttano con il concept EP Embryonal Confinement, che si propone di affrontare il rapporto (o meglio: la lotta) tra la mentalità dell'individuo libero e la schiavitù massificata indotta dal sistema nell'era del consumismo. Tutt'altro che distopico (o semplicemente ostico) come la scelta del tema trattato potrebbe far supporre, questo lavoro espone semmai l'attitudine della band a trasformare brani musicali in tessuti discorsivi compiuti, dove le concentrazioni di riff, le salmodie accorate, le accelerazioni al cardiopalmo (ed i momenti più contenuti) sono le componenti ricorrenti di un organismo logico che evolve fluidamente dall'interno senza dover per forza cambiare pelle all'esterno.
Oltretutto la cura del suono (frutto di un'autoproduzione impeccabile e discreta, nettamente sopra la media del settore) risulta decisiva nel rendere l'insieme dei quattro capitoli presenti un'esperienza coesa ed avvolgente.

"Overtones" ed i suoi 5 minuti di pura energia comprimono dinamiche tooliane, scatti veementi ed un break psichedelico. Un canto capace di bisbigliare quanto di levarsi imponente a fronte del muro di suono funge da raccordo espressivo. L'esito finale esalta in realtà la capacità della band di non perdere mai il polso della situazione, organizzando un furore metodico, senza allestire vuote vetrine di destrezza tecnica.

D'altra parte "Magmatism" tiene fede al suo nome nei due (strumentali, impetuosi) minuti iniziali, dove la furia accecante dei tempi dispari ricorda i Mastodon e serve sì detonare l'headbanging ma soprattutto a far da contraltare all'entrata del canto (= della melodia). Segue un passaggio che tenta di capitalizzare sulla violenza generata precedentemente, ma in realtà si condensa su un refrain solenne mentre sullo sfondo la carica metal sfuma in un paradiso di feedback ed echi.

"Birds Fly" esplora persino territori confinanti con new-age e word music (vocals soffuse e percussioni etniche delicatamente pennellate dalla chitarra) prima di approcciare i Porcupine Tree, scatenando poi negli ultimi minuti i riff più virulenti del disco.
Piuttosto che connettersi alla stirpe post-Neurosis questi sono brani che si reggono sulla capacità di mettere a frutto generazioni, evoluzioni e sfaccettature diverse dell'“hard rock” a vario titolo, in cui la trama non si dipana per accumulo di espansioni di un tema (vedi gli Isis) ma attraverso un'interplay orizzontale di sezioni su cui voce, chitarra e ritmo di volta affabulano di volta in volta le loro fiere dialettiche progressive.

Il vero culmine dell'opera, i 10 minuti di Embryonal Confinement, bilancia i pregi dei pezzi precedenti e vi aggiunge sfondi ambient/industrial, vocals manipolate e rilucenti cascate shoegazer, presentandosi come picco formale in termini di composizione (leggi: dinamica – ribollente come lava) e picco emotivo in termini di nevrosi (leggi: atmosfera – oscillante fra il fremente ed il passionale).

Incostante nell'ispirazione, asciutto senza essere austero, vario senza essere imprevedibile, il disco degli Psychocean non può (non vuole) avvicinarsi né al melodramma espressionista dei padri né alla magniloquenza barocca dei nonni (i Voivod, citati tra le ispirazioni) e mira invece ad entrare in entropia con l'ascoltatore ricamando con risolutezza un'arte dello storytelling per quartetto rock agile e disciplinata (mai meccanica o fredda comunque), che non indulge né in sfoghi barbari fuori misura né in fronzoli gratuiti, concentrandosi come un narratore navigato sullo sviluppo del racconto (l'intreccio) e non sui gesti per renderlo appetibile (le figure retoriche).

*Una nota a margine merita la versione live del gruppo, dove la mirabile perizia dell'esecuzione sposa un impatto da corazzata in assetto da guerra, capace di enfatizzare in un unicum inscindibile le implacabili scosse telluriche provocate dalla sezione ritmica, le rifinite textures della chitarra e le declamazioni intense della voce (nonché una sapiente presenza scenica, istintiva e appassionata senza risultare sopra le righe).



Marco Giarratana: Voce
Michele Cigna: Chitarra
Stefano Di Francisca: Basso
Antonio Calandra: Batteria

Anno: 2007
Label: Autoprodotto
Genere: Post/Alternative Metal

Tracklist:
01. Overtones
02. Magmatism
03. Birds Fly Deep Underneath The Water Expanse
04. Embryonal Confinement

Sul web:
Psychocean @MySpace

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