E’ possibile plasmare un’inquieta poesia di Edgar Allan Poe trasformandola in una moderna e malinconica canzone dalle atmosfere elettroniche con cenni del migliore trip-hop ?
Riescono anche in questo i Plastic Siorai, band torinese che in soli due anni di attività dimostra di poter presentare al pubblico un prodotto già maturo e ricercato, frutto di sperimentazioni intelligenti e a volte – perché no? – quasi intellettuali. L’EP d’esordio, intitolato 001 quasi a voler rappresentare il primo di numerosi viaggi nella loro musica, contiene cinque brani che hanno il sapore dolciastro dell’amore e della sofferenza. Con l’apertura, affidata a “Riflesso”, il gruppo esplora le ossessioni e i ricordi di emozioni condivise, tra beats incessanti che esplodono con violenza nella claustrofobia del refrain. La componente elettronica ha invece la meglio in brani come l’acida riflessione sull’ipocrisia condotta ne “I pensieri dei santi” e la – a suo modo- romantica “Untitled”, una canzone d’amore utopico raccontato da accattivanti distorsioni digitali. Conclude il lavoro la già citata “Darkplan”, reinterpretazione personale del celebre “Elogio alla follia” di Poe, e simbolo di un labile confine tra sogno ed alienazione che sembra far capolino più volte nella musica dei Plastic Siorai. Melodie elaborate, testi ricercati, una produzione di alto livello: questi gli ingredienti di 001, un disco che può essere senz’altro considerato tra i migliori debutti dell’anno nel mondo dell’elettronica italiana. 77/100
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Paola Cuniberti: Voce, synth Anno: 2008 |