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Innanzitutto siamo veramente orgogliosi e felici di presentare ai lettori di ArtistsAndBands gli Arpia, gruppo romano che ha appena rilasciato uno stupendo lavoro intitolato "Terramare", concentrato di poesia, teatro, Rock, dolcezza ed adrenalina.
Arpia è un nome che circola da parecchio tempo, una lunga carriera, aiutiamo i lettori di A&B a conoscervi tracciando un vostro ritratto.
- Leonardo Bonetti [Arpia] -
L’inizio risale al febbraio del 1984. Sin da subito abbiamo cominciato a sperimentare nei concerti forme di contaminazione estetica coinvolgendo mimi e attori intorno ad un progetto che superasse gli schemi dello spettacolo musicale tradizionale per indirizzarsi a ricerche teatrali. Tra l’87 e l’88 realizziamo due demo-tape: “de lesioni”, sperimentale ma ricco di forme e idee poi sviluppate in modo più organico in seguito e “Resurrezione e Metamorfosi”, lungo brano (40 minuti), che conclude una prima fase che definirei “filosofico-esistenzialista”.
L'evoluzione successiva porta ad un cambio dapprima nella tensione comunicativa con un altro demo, “Bianco Zero”; dall’altra nelle sonorità che vedono l'introduzione delle tastiere, e portano ai brani usciti su 7" nel settembre del 1992: “Ragazzo Rosso” e “Idolo e Crine”.
Nell’aprile del 1995, questo percorso trova il suo sbocco naturale sia da un punto di vista artistico che discografico, con l'uscita del primo CD: Liberazione, un concept sulla storia dell’Italia repubblicana fotografata in alcuni momenti significativi ed ufficiali attraverso personaggi insignificanti e casuali. Da quel momento si apre l’ultima fase che vede nuove collaborazioni esterne e uno sviluppo ulteriore verso suoni più diretti e strutture compositive apparentemente meno articolate.
- A&B -
Qual'è il background musicale degli Arpia, quali sono le maggiori fonti di ispirazione a cui attingete.
- Leonardo Bonetti [Arpia] -
Diciamo che le influenze musicali degli Arpia spaziano tra gli anni Settanta dei Van Der Graaf Generator e dei Pink Floyd, vissuti però entrambi (soprattutto i Van der Graaf) come eco di una “civiltà musicale” ormai al tramonto, e la new wave old british heavy metal degli anni Ottanta fino ad arrivare ai Metallica di Master of Puppets e And justice for all. In più c’è un elemento di ricerca poetica che è parte integrante del nostro lavoro compositivo e non disgiunto, quindi, da quello musicale.
- A&B -
Il vostro suono si è indubbiamente ed inevitabilmente evoluto nel corso degli anni ma è anche rimasto comunque ancorato ad alcuni capisaldi del rock anni '70, Black Sabbath, Pink Floyd, Van der Graaf, miscelando quindi componenti Dark-Metal, Psichedelici e Progressive attualizzando il tutto con sonorità adeguate ai nostri tempi, io personalmente trovo questa "miscela" strepitosa, cosa ne pensano gli Arpia, condividono questo mio punto di vista ?
- Leonardo Bonetti [Arpia] -
Sì, probabilmente il nostro suono è fortemente connotato su quell’esperienza, ma la “miscela” che ne scaturisce, come la definisci tu, è frutto spontaneo e legato fortemente alla matrice della nostra ispirazione. Se il risultato è apprezzabile non possiamo che esserne felici.
- A&B -
"Terramare", senza dubbio un lavoro che non è di facile ed immediata assimilazione, sopratutto per lo spessore e la profondità dei testi, in particolar modo quelli tratti da poesie e sonetti medioevali e rinascimentali, ritengo che anche in fase di composizione le cose non siano state "facilissime", come nasce una canzone tanto complessa e tanto bella come ad esempio "Rosa" o "Umbria".
- Leonardo Bonetti [Arpia] -
L’elaborazione dei pezzi è stata lunghissima anche se ogni brano è un episodio a sé stante. Umbrìa per esempio risale addirittura a dieci anni fa e la sua composizione è stata abbastanza veloce. In più non ha visto grandi cambiamenti nel corso degli anni. Rosa invece è nata in un contesto preciso, poi si è sviluppata nel corso di due o tre anni fino ad essere completamente riscritta e riarrangiata in studio. Comunque tutti i brani sono stati suonati a lungo, rielaborati e metabolizzati prima di essere registrati. Anche i testi hanno subito modifiche, tagli, verifiche continue. La dimensione fondamentale di Terramare è infatti quella del tempo. Non avevamo fretta. Il progetto doveva maturare e questo, credo, si senta ad un ascolto attento.
- A&B -
L'idea del concept che affronta l'esperienza erotica è una scelta meditata oppure è nata via via che le composizioni prendevano forma ?
- Leonardo Bonetti [Arpia] -
Diciamo che affrontare questo tema è stato da una parte un’esigenza, dall’altra una sfida. In realtà man mano che si componeva si delineava meglio il progetto arrivando a continui aggiustamenti in corso d’opera. Tanto che alcuni brani composti sono stati esclusi dal disco dopo una sofferta valutazione. C’è da tener conto, infatti, che in undici anni abbiamo prodotto tantissima musica che, tuttora, è inedita. In più non abbiamo lavorato solo al progetto Terramare, ma anche ad altri allestimenti. Credo che se volessimo potremmo pubblicare altri due dischi nel breve periodo.
- A&B -
"Terramare" sta riscuotendo un ottimo consenso a livello di critica e le recensioni che ho letto sono tutte più che positive, ve lo aspettavate ? o meglio ve lo aspettavate in questa misura così evidente e soddisfacente ?
- Leonardo Bonetti [Arpia] -
No. Non ce lo aspettavamo assolutamente. Sin da quando abbiamo iniziato a far musica siamo stati consapevoli delle difficoltà che si presentavano, all’interno dell’underground, nella comprensione del nostro progetto. Soprattutto, non avendo mai badato alle etichette dei generi o – peggio – dei sottogeneri, abbiamo sempre seguito un percorso legato alla nostra ispirazione e questo ci ha sempre impedito di essere accettati in un mondo musicale in cui forti erano gli steccati tra le varie aree. Il fatto è che non siamo abbastanza prog per chi ama questo genere e nemmeno abbastanza heavy per chi frequenta esclusivamente il metal. Le nostre sonorità appaiono “antiche” ai fautori del post-rock e non abbastanza ortodosse per gli ultraconservatori del prog sinfonico. Se mi lasci passare una autocitazione, siamo “sulla soglia”, un’esperienza di frontiera che ha sempre faticato ad essere compresa a fondo.
L’accoglienza così positiva che sta avendo Terramare è il segnale, quindi, di un cambiamento in atto nel panorama culturale del mondo underground italiano e testimonia, quantomeno, una maggiore apertura e una sfumatura molto forte dei confini tra i vari generi. Forse questo può rappresentare una possibilità per una crescita di tutta la proposta musicale nostrana e nei prossimi anni potremo verificare se effettivamente si aprirà una nuova stagione della musica italiana.
- A&B -
Avete già immaginato e studiato come sarà la proposizione di "Terramare" dal vivo ?
- Leonardo Bonetti [Arpia] -
Ci stiamo lavorando. E’ in atto un allestimento per un concerto-spettacolo (o spettacolo-concerto) che dovrebbe intitolarsi, come il disco, Terramare. Sarà un’elaborazione ulteriore di quanto abbiamo voluto illustrare musicalmente con l’aggiunta di una dimensione teatrale che ci è cara fin dagli esordi. Questa volta però l’elemento della recitazione avrà connotati meno lirici e più legati alla prosa. Naturalmente è un esperimento e i risultati saranno tutti da verificare. Speriamo di poter concretizzare il tutto nel mese di dicembre con un concerto in un teatro romano e di poterlo documentare con una registrazione video.
- A&B -
La scena romana è senza dubbio una delle più vive per quel che riguarda il panorama rock, progressive e metal, che impressione ne avete voi che "ci vivete dentro"
- Leonardo Bonetti [Arpia] -
Non possiamo dire di viverci dentro, ma solo di contribuire dai margini al panorama underground romano. Un po’ perché siamo decentrati (siamo di Fiumicino), un po’ perché siamo introversi e poco inclini alle “mondanità” tipiche anche del mondo underground. Insomma i locali, il “popolo della notte” e via dicendo non ci appassionano più di tanto. Preferiamo le collaborazioni artistiche e gli scambi tra musicisti o, addirittura, tra artisti che esercitano in campi diversi. Da questo punto di vista in Terramare ci siamo confrontati con le esperienze di musicisti come Tonino De Sisinno, che viene da una lunga esperienza tra jazz e rock, di Paola Feraiorni che ha esercitato la sua eclettica vena vocale tra musica e teatro e di Ettore Frani, che è autore della copertina e del libretto del CD: un artista dalla sensibilità figurativa visionaria.
- A&B -
Internet, le nuove tecnologie, in che modo vi interfacciate con esse, sia dal punto di vista strettamente personale che ovviamente come gruppo musicale, ritenete che la divulgazione della musica via Internet possa essere un beneficio per gli artisti e sopratutto per coloro che non hanno alle spalle grandi major e grandi possibilità promozionali ?
- Leonardo Bonetti [Arpia] -
Sì. Credo proprio che la rete rappresenti veramente una possibilità in più per i gruppi che non hanno una struttura di management e di promozione su grande scala. Più in generale credo nelle potenzialità democratiche del mezzo che permette di stabilire un flusso polidirezionale tra le verie entità che vi si incrociano. Infatti le influenze reciproche e gli stimoli che vi si producono non hanno la struttura gerarchica propria dei mass media tradizionali, dove chi è detentore del mezzo ha, effettivamente, un grandissimo potere coercitivo su chi ne fruisce. Insomma, la televisione rappresenta gioco forza il potere che, dall’alto, ci impone le sue scelte culturali e che possiamo solo accettare o rifiutare senza possibilità di interagire; chi parla in televisione viene automaticamente investito di un’autorità nei confronti della quale il telespettatore è inevitabilmente subordinato.
Con Internet, invece, possiamo continuamente interagire e, soprattutto, proporre qualcosa di nuovo a chi naviga, come noi, nel flusso delle interrelazioni. Il pericolo può essere rappresentato dal naufragio nel mare grosso dell’eccesso informativo ma, in fondo, anche questa è un’esperienza e una sfida di libertà.
- A&B -
Cosa riserva il futuro prossimo per gli Arpia, spero veramente di cuore che non dovremmo attendere molto tempo per un vostro nuovo lavoro.
- Leonardo Bonetti [Arpia] -
Abbiamo tanti progetti. Ad esempio quello di far uscire in versione ufficiale un nostro vecchio lavoro della fine degli anni ottanta: Resurrezione e Metamorfosi. In più il materiale è più che sufficiente per fare almeno un nuovo disco nel prossimo anno. Quindi puoi stare tranquillo, mi sembra.
- A&B -
Signori io posso solo, alla fine di questa nostra chiaccherata, ringraziarvi, in primis per gli stupendi momenti che personalmente mi avete fatto passare ascoltando "Terramare" e quindi per averci concesso un po’ del vostro tempo per aiutarci a conoscervi meglio. Grazie veramente.
Vi lascio quindi la parola per un saluto ai lettori di ArtistsAndBands.
- Leonardo Bonetti [Arpia] -
Un grazie va a te e ad ArtistsAndBands per l’occasione che ci avete concesso. E’ infatti per noi importantissimo avere la possibilità di diffondere il nostro lavoro e farlo conoscere ad un pubblico attento e attivo quale quello che segue la vostra rivista. L’intento in fondo è comune: dare linfa ed energia alla musica da cui pretendiamo così tanto. Le emozioni di cui tu parli, la passione, l’interesse suscitati dalla nostra esperienza creativa sono l’unico riscontro di cui abbiamo veramente bisogno.