Gli Ephel Duath sono, insieme a band come gli Zu una di quelle poche realtà del nostro paese, peraltro semi-sconosciute in patria quanto apprezzate e stimate all'estero, capaci di esprimere e rendersi protagoniste di quella musica sperimentale, estrema e di avanguardia che mette in contatto mondi da sempre distanti, come Jazz, Hardcore e Metal più estremo. Fautori nei loro precedenti lavori: Phormula del 2000, Painter's Palette del 2003, a mio parere autentico capolavoro della band veneta e Pain Necessary to Know del 2005 di un sound estremamente tecnico e compatto in cui il concetto stesso di canzone lascia il posto a partiture maggiormente libere da qualsivoglia vincolo stilistico e steccato musicale in cui si passa con estrema disinvoltura dallo screaming più grezzo e cattivo a passaggi molto più raffinati in chiave tipicamente Jazz ed in cui la band riesce sempre ad esprimere concetti musicali non convenzionali e assolutamente non lineari, si trovano nel 2005 ad incontrare Eraldo Bernocchi vero mago dell'elettronica e del dubbing, che ha collaborato tra gli altri con Black Engine, Almamegretta, Giovanni Lindo Ferretti, Toshinori Kondo, Mick Harris, ed autore di varie colonne sonore cinematografiche tra cui quelle di alcuni film di Gabriele Salvatores come Nirvana e Denti; incontro che stimola gli Ephel Duath ad intraprendere una nuova via nella loro sperimentazione artistica e musicale affrontando appunto il mondo del dubbing e dell'elettronica. Nasce così l'idea di riproporre l'ultimo lavoro in studio, quel Pain Necessary to Know del 2005 in questa nuova veste chiamata per l'appunto Pain Remixes the Know appena uscito per Earache, in cui l'opera originaria, in una straordinaria operazione di destrutturazione e ricostruzione musicale viene letteralmente scomposta nelle proprie singole note e riconfigurata in un ottica ed in una prospettiva sonora in cui il jazz, il metal, e l'hardcore componenti principali di Pain Necessary to Know incontrano l'elettronica, il dub, ed il noise formando una miscela musicale che sa molto di Aphex Twin ma sopratutto di Zu e del side-project Black Engine in particolare, ed in cui è ovviamente evidente il segno della sapiente ed ispirata mano di Eraldo Bernocchi e di Lorenzo Esposito Fornasari che ha partecipato alla produzione di Pain Remixes the Know. Un album ostico, multiangolare e tortuoso, un album difficile da affrontare restando legati ai precedenti lavori degli Ephel Duath da vedere o meglio da ascoltare partendo dal presupposto che la sperimentazione sonora e non il prodotto di genere sono il cuore del suono e del modo di fare musica della band padovana, un lavoro che probabilmente farà storcere il naso a molti fans, un lavoro che giocoforza necessita di molti ascolti prima di essere totalmente assimilato ma una volta che si riesce ad entrare dentro le pieghe elettroniche e noise di Pain Remixes the Know, una volta messi da parte i "pregiudizi" e le evidenti differenze rispetto a "Pain Necessary to Know"; almeno nel mio caso confesso che mi si è aperto un mondo nuovo in cui i 9 "hole", i 9 "buchi" con cui sono state re-intitolate le 9 canzoni rappresentando 9 luoghi in cui è possibile trovare sempre una nuova sorpresa musicale, una nuova estrema visione del mondo sonoro degli Ephel Duath ed il merito di questo è senz'altro della band di Davide Tiso, capace di mantenere e riproporre se stessa la propria "rabbia", la propria "grinta", la propria "cattiveria sonora" ed il proprio "estremismo musicale" in un contorno elettronicamente diverso. Bravi! 85/100
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Luciano Lorusso George: Voce Produced & Remixed by: Anno: 2007 |