Sono passati ormai tre anni dall'uscita del loro ultimo disco, tre anni in cui gli Arpia di certo non sono stati fermi a godersi elogi e belle parole spese per descrivere l'ottimo Terramare.
Anzi, a giudicare da quello che è l'insieme Racconto d'Inverno direi proprio che sono stati tre anni ricchi e prolifici per Leonardo Bonetti e tutto l'ensamble romano. Tre anni che hanno portato, come più importante arricchimento per gli Arpia l'ingresso in pianta stabile nella line-up della brava Paola Feraiorni incredibile interprete vocale in Terramare, capace di dare un colore ed uno spessore importante ai brani da lei interpretati, voce ricca di fascino e personalità che in Racconto d'Inverno diventa, come vedremo, fulcro e protagonista .
Già con Terramare avemmo modo di parlare di album che, cito testualmente "supera lo steccato del "semplice" prodotto unicamente musicale per affrontare un orizzonte più vasto, un lavoro anche poetico e teatrale", c'erano quindi già allora le idee e le basi per un lavoro che travalicasse l'aspetto "semplicemente" o per meglio dire strettamente musicale; con questo Racconto d'Inverno questo aspetto si materializza in forma concreta, donando sì un prodotto musicale ma anche un libro, l'esordio letterario di Leonardo Bonetti, un romanzo di 204 pagine edito per i tipi della Casa Editrice Marietti, un romanzo di cui l'omonimo CD non è altro che la trasposizione in musica, due opere diverse ma complementari, simili ma approcciate in modo diverso, due opere che sono l'una il completamento dell'altra che devono essere "vissute" assieme per assaporarne ed esplorarne il profondo e ricco contenuto emozionale, una storia che come un doppio sentiero parte da due punti distinti per raggiungere un unico obiettivo, regalare momenti emozionalmente appassionanti e coinvolgenti.
Un romanzo che, scritto con una prosa ricca ma scorrevole ci regala, attraverso 3 personaggi di cui non si conosce il nome un viaggio fatto di emozioni e di avventura in cui non mancano momenti ricchi di pathos e di attesa così come profonde introspezioni filosofiche ed un affascinante alternarsi di stati d'animo e di ambiguità volutamente create dall'autore al fine di rendere veramente sottile il confine che separa la realtà dall'immaginazione, il razionale dall'irrazionale il pensiero conscio e consapevole dalle emozioni più inconsce dell'animo umano; pure l'ambientazione, spaziale e temporale, anch'essa volutamente misteriosa: una valle montana con una dimora inospitale che sorge tra gole inesplorate sullo sfondo di una guerra civile ci dona in realtà indizi e tasselli che ci consentono di riconoscere nei temi della fuga e del conflitto interiore i fili conduttori del viaggio che Leonardo Bonetti ci invita a compiere.
Musicalmente Racconto d'Inverno si discosta sostanzialmente dall'Hard Rock dai colori scuri ed arricchito di sapori medioevali che era Terramare; Racconto d'Inverno in realtà si compone di un unica e lunga suite, suddivisa in 19 movimenti che ci propone sonorità che pur mantenendo colori oscuri e Dark perde quella componente più Heavy in favore di passaggi dalle tinte più Progressive ed intensificando maggiormente i momenti in cui è l'aspetto emozionale della partitura piuttosto che l'appeal strumentale a catturare l'ascoltatore. Sono infatti le due voci, quella di Leonardo e quella di Paola che vengono poste al centro delle partiture intrecciandosi e tessendo una trama ricca di intensità emotiva, lasciando alla parte strumentale il compito, non semplice, di dipingere lo sfondo, sempre ricco di tonalità scure, in cui la chitarra di Fabio Brait risulta determinante nel regalare l'adeguato sostegno alle voci, raggiungendo un equilibrio tra efficacia emozionale e dinamismo sonoro che regala poco più di 40 minuti di sublime ed indimenticabile intensità musicale.
In conclusione resta ben poco da aggiungere, se non che siamo in presenza di un altro lavoro che dopo Terramare si pone di buon diritto tra quei lavori che sanno esprimere un contenuto, musicale ed anche letterario, in questo caso, superiore alla media e che va ben al di là della semplice opera di consumo; un opera che può risultare di primo acchito ostica ma in realtà si dimostra tanto elegante e profonda quanto capace di arricchire ed affascinare l'ascoltatore che compiuto il primo passo si lasci rapire e si abbandoni ad essa, un intreccio di emozioni, sensazioni e suggestioni che non può lasciare indifferenti. L'ennesima dimostrazione che la cultura è viva anche laddove, il nostro paese, tutto sembra sempre e costantemente dimostrare il contrario.
90/100
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Leonardo Bonetti: Voce, chitarra acustica, basso, tastiere Paola Feraiorni: Voce Fabio Brait: Chitarra acustica Aldo Orazi: Batteria
Anno: 2009 Label: Musea Genere: Dark/Progressive Rock
Tracklist: 01. Epilogo 02. Giù Nella Forra 03. Casa Di Blu 04. La Guida 05. Cosa Dice Quella Porta Chiusa 06. Dimmi Chi Sei 07. Cosa Dice Quella Porta Schiusa 08. Fame Che Ride 09. Ladri E Stranieri 10. Soldati! 11. Un Lupo 12. Canto Antico 13. Casa Non Mai Vista 14. Cristo Guarito 15. La Lettera 16. Gli Scantinati 17. Requiem 18. Nessuno Muore Mai 19. Non Sono Morto
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