Secondo demo per i romani Lahmia dopo il precedente An Eternal Memory datato 2007, i ragazzi capitolini quindi si ripresentano alla ribalta con questo Forget Every Sunrise.
Già a suo tempo la band di Francesco Amenise ci aveva nel complesso ben impressionato dimostrando peraltro ulteriori ed ampi margini di miglioramento; ecco con questo loro nuovo lavoro la prima cosa che ci piace segnalare è l'effettiva e notevole crescita e maturazione della proposta musicale dei Lahmia. Registrato e mixato, come il precedente, ai Temple of Noise Studios da Christian Ice e Luca Belladonna, presenta, oltre ad una qualità della produzione decisamente di ottimo livello, un booklet ed un artwork che ne fanno un prodotto assolutamente professionale, ponendolo una spanna al di sopra di quelle che sono normalmente le autoproduzioni. Ma ovviamente non è questo a giocare un ruolo determinante nell'apprezzare Forget Every Sunrise, certo anche l'occhio vuole la sua parte ma se si parla di musica è l'orecchio quello che recita la parte del protagonista ed i Lahmia assecondano molto bene le pretese delle nostre appendici uditive, regalando 5 brani che sanno spaziare dalla rabbiosa urgenza di un sound devoto ai maestri svedesi del Death Metal, Dark Tranquillity su tutti, a sonorità che approcciano la partitura da un lato più emozionalmente scuro e cupo ("The Last Dance"), introducendo sia negli indovinati cambi di tempo che in particolare nell'approccio al growl del bravo Francesco Amenise uno stile ed una timbrica che richiama più ai maestri italiani dei quel Death Metal più tenebroso ed oscuro, come Dark Lunacy e Novembre, ("Glass Eyed Child") arrivando in alcuni momenti a sfiorare ritmi e impostazioni quasi Black, come ad esempio nella possente "Nightfall", brano che apre questo Demo. Avevo apprezzato il bravo Francesco nel precedente lavoro in cui nel mio "piccolo" lo esortavo a insistere con le parti in growl, sicuramente la sua "carta" migliore e devo ammettere di essere stato piacevolissimamente accontentato, qui su Forget Every Sunrise le parti in growl, profondo e cattivo sono preponderanti, regalando gioia agli amanti (come me) di questa tecnica vocale; non da sottovalutare anche l'ottimo lavoro alla chitarra di Flavio Giannello capace di disegnare soli intensi e precisi ("The Last Dance"), linee melodiche taglienti come rasoi o ricche di pathos ("Griding Dreams"), e passaggi che insieme a Samuele Piacenti alternano momenti dal riffing più ipnotico e melodico (nuovamente "Griding Dreams" o "The Last Dance") a momenti decisamente più rabbiosi ("Game of Sacrifice"); tutto questo ovviamente assecondato dalle ritmiche di Corrado Ciaccia al basso e Fabio Cesarini. Forse non si è capito ma Forget Every Sunrise mi è piaciuto, mi ha colpito per la capacità della band romana di crescere e creare un lavoro decisamente maturo, dimostrandosi ormai chiaramente pronta per un impegno più concreto ed appagante come un full-lenght. Certo ci sono i lustrini e le piacevolezze di un booklet, un artwork ed un lavoro in studio e dietro al banco del mixer di livello professionale ma queste cose da sole non bastano per fare un buon disco se non vengono supportate da un suono e da una maturità compositiva che ne sia quanto meno all'altezza, i Lahmia ed il loro Forget Every Sunrise hanno dimostrato di esserlo. Bel lavoro ragazzi, complimenti. 83/100
|
Samuele Piacenti: Chitarra Anno: 2008 Sul web: |