Esce a circa un anno di distanza dall'ottimo "Posthumous Silence" il nuovo lavoro dei tedeschi Sylvan intitolato "Presets", un uscita che si discosta in maniera abbastanza sensibile da quella che era stata fin qui la proposta musicale del combo tedesco, proposta, specialmente nel già citato "Posthumous Silence" basata su partiture articolate e su complesse strutture musicali.
"Presets" al contrario basa la propria spinta propulsiva su un set di canzoni dalla costruzione relativamente semplice, che non vuol dire assolutamente banale o scontata ed una intelaiatura strumentale non eccessivamente articolata, un disco che ci propone una nuova angolazione per la musica dei Sylvan, un angolazione che tende a privilegiare la melodia catchy e struggente, che richiama da vicino gli ultimi Marillion, alcuni momenti degli IQ e più in generale tutte quelle sonorità identificabili col termine Neo-Prog, rispetto alla complessità nella costruzione dell'architettura musicale con cui ci avevano ampiamente convinto nei precedenti lavori. Un Rock elegante, pulito, ricco di pathos e di atmosfera dai toni tenui e leggeri, dai colori cupi e malinconici, un Rock totalmente scevro da forzature e manierismi, totalmente libero da passaggi che vanno al di fuori di una linea melodica relativamente semplice e lineare ma al tempo stesso suggestiva, coinvolgente ed emozionale un disco che dimostra come, pur non inventando nulla di nuovo, i Sylvan riescano comunque a rendere chiara la propria grande capacità compositiva e sopratutto interpretativa con una particolare citazione per Marco Gluhmann indubbiamente a suo agio nell'interpretare melodie estremamente intime ed introspettive. A dimostrare che c'è sempre l'eccezione che conferma la regola, in un album dalla struttura lineare, melodica e cupa i Sylvan ci sorprendono in modo estremamente piacevole con un ultimo brano, la title track che con i suoi quasi 13 minuti ci riporta alle atmosfere molto più articolate e complesse, un brano che chiude in maniera più che soddisfacente un piacevolissimo ascolto. Un disco quindi che si discosta dall'abituale produzione dei Sylvan un disco che forse rischia di pagare dazio per una certa ripetitività dei brani e sopratutto per l'inevitabile paragone con l'illustre predecessore che fa uscire questo "Preset" inevitabilmente sconfitto nel confronto. Ma tralasciando per un momento qualsiasi paragone e basandoci esclusivamente su quest'ultima proposta possiamo tranquillamente affermare di trovarci di fronte ad un lavoro godibile, piacevole e sicuramente emozionante e coinvolgente, un buon disco che potrà risultare gradito compagno dei nostri momenti musicali specialmente se siamo alla ricerca di un suono che sia melodico, orecchiabile, non eccessivamente impegnativo ma allo stesso tempo mai banale ne mai insipido o grossolano. 80/100
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Marco Glühmann: Voce Anno: 2007 |