Questo non è un disco come tutti gli altri. È una prova di grande rispetto e vera amicizia, quella che intercorreva fra due uomini così differenti tra loro: un blasonato cantante inglese, celebre per i suoi eccessi, ed un minuto, introverso musicista americano, così timido fuori dal palco e così incredibilmente dotato con una chitarra fra le mani.
"Il 19 marzo del 1982 è un giorno che vivrà per sempre nella mia memoria": è lo stesso Ozzy a vergare di suo pugno queste parole, l’incipit di un accorato ricordo dell’amico sul retro della copertina. E che non fossero parole di circostanza era chiaro a tutti e comprovato empiricamente dal fatto che cinque anni prima, quando la casa discografica aveva commissionato un doppio album dal vivo al Madman, Ozzy si era categoricamente rifiutato di far pubblicare in vinile i concerti della prima formazione dei Blizzard Of Ozz, quella illuminata dallo smisurato talento dell’ex ascia dei Quiet Riot. Troppo profonda la ferita, troppo fresca la memoria della sua prematura scomparsa. L’uomo che in troppi ricordano solo per quella volta che addentò un pipistrello (o era una colomba, chissà), per una volta smise la maschera del clown e mostrò quanto fosse profonda la sua sensibilità, impedendo che la Epic pubblicasse, su quel disco dal vivo dell’82, una sola nota suonata da Randy, o una sola canzone scritta assieme a lui. Ma adesso, metabolizzato il dolore, il momento era quello giusto. Il momento di ricordare ancora una volta al mondo quale fenomeno fosse quel biondino così mite, quali riff sapesse tirar fuori dalla sua sei corde, come magnifici conigli dal cilindro di un abile prestigiatore, e quali struggenti assolo sapesse interpretare per dare un ulteriore marcia in più a brani già quasi perfetti. "Crazy Train", "Mr. Crowley", "Flying High Again"… c’è la bibbia pagana dell’Heavy Metal dei primi anni 80 fra questi solchi; e neppure mancano, quasi a confrontarsi occhi negli occhi con il glorioso passato, vibranti versioni degli immortali classici del Sabba Nero, quali "Iron Man" o "Children Of The Grave". Basterebbero i novanta minuti del doppio vinile originale per godere dell’inebriante cocktail creato da musicisti di così grande carisma e talento, ed essere certi di aver ben speso i propri soldi. Eppure, più grande ancora dell’arte creata da Ozzy e Randy, resta la storia di una grande amicizia, che soltanto una maledetta disgrazia ha potuto spezzare. 90/100
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Ozzy Osbourne: voce Anno: 1987
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