Il giocattolaio
Milano, Teatro Manzoni, dall'8 al 9 marzo 2025

Opera di teso impatto psicologico capace di trasportare il pubblico in un'atmosfera sospesa, dove la suspense non si basa su colpi di scena sensazionalistici ma su un lento e inesorabile scavo introspettivo.
Lo spettatore diventa testimone  di un confronto asimmetrico, un duello silenzioso in cui la linea di demarcazione tra vittima e carnefice diventa rarefatta fino a dissolversi. 
La pièce, nella sua narrazione, racconta la storia di una psichiata criminologa di nome Maude la quale indaga intorno ad un' inquietante serie di crimini ai danni delle vittime di un misterioso e crudele aggressore che prende di mira solo giovani donne somiglianti fra loro, rendendole dei vegetali grazie ad una pratica chirurgica che attua con un punteruolo dopo averle apparentemente stuprate. 
La scansione del ritmo narrativo agisce  al contempo sulla psiche del pubblico, portandolo a interrogarsi su quanto sia facile cadere nel condizionamento, su quanto il libero arbitrio sia realmente un valore assoluto od al contrario preda di influenze esterne. 
La leva di questa rappresentazione risiede soprattutto nell'intensità degli interpreti, Francesca Chillemi e Francesco Iaia, la cui recitazione si muove tra registri sottili, costruendo profili personologici che sfuggono a qualsiasi lettura univoca. 
Così la terapeuta incarna una figura femminile complessa, lontana dallo stereotipo della vittima inerme: la sua interpretazione restituisce una donna dilaniata tra il terrore e il fascino oscuro del suo aguzzino, una mente che lotta per mantenere il controllo su se stessa mentre viene fagocitata in un vortice di incertezza e manipolazione.
Il serial killer è un innocuo mattacchione e, al tempo stesso, uno spietato, seducente e terrificante criminale capace di trasmettere una minaccia costante senza mai ricorrere alla violenza manifesta. La sua presenza scenica si impone con una gestualità studiata, con una voce che diverte e confonde.
La regia di Enrico Zaccheo esalta questa ambiguità, giocando sulla sottrazione e sull'evocazione piuttosto che sulla rappresentazione diretta. L'uso sapiente delle luci, che modellano la scena con tagli netti e ombre dense, contribuisce a creare un senso di spazio compresso mentre la colonna sonora minimalista amplifica il senso di inquietudine.
Il silenzio diventa un elemento narrativo potente, uno spazio carico di tensione in cui lo spettatore è costretto a colmare i vuoti con le proprie paure e supposizioni. 
Colpisce quest'opera, tratta dal romanzo scritto da Gardner McKay nel 1999, per la sua capacità di inchiodare l'attenzione con un'atmosfera densa e claustrofobica, il suo vero potere risiede nella profondità tematica.
L'opera, che si configura come thriller psicologico, impone una riflessione sofisticata sul controllo, sulla manipolazione e sulla fragilità dell'identità umana. La messinscena si fa metafora di un mondo in cui il potere non si esercita più con la forza bruta ma attraverso strategie sottili, insinuanti, capaci di trasformare l'individuo in una marionetta senza che ne sia consapevole.
Lo spettacolo si chiude lasciando il pubblico in uno stato di sospensione: non vi è una risoluzione  netta, nessuna catarsi liberatoria. Ciò che resta è un senso di inquietudine profonda, il sospetto che il Toyer non sia solo un personaggio teatrale ma una figura che si annida ovunque nella società contemporanea, nelle dinamiche interpersonali, nei giochi di potere silenziosi che regolano i rapporti umani. 
Il Giocattolaio è dunque più di un'opera teatrale: è un'esperienza sensoriale e intellettuale che scava nelle paure più profonde dello spettatore, lasciandolo con la consapevolezza che l'arte del manipolare è tanto sottile quanto onnipresente. Un teatro che non si limita a raccontare ma che agisce, destabilizza e continua a vivere nella mente di chi lo ha vissuto, anche dopo l'ultima battuta.


La presente recensione si riferisce alla rappresentazione dell'8 marzo 2025


Il giocattolaio

di Gardner McKay
con Francesca Chillemi e Francesco Iaia
Regia Enrico Zaccheo
Taduzione Giovanni Lombardo Radice


Torna a teatro "Il Giocattolaio", lo spettacolo diretto da Enrico Zaccheo con Francesca Chillemi e Francesco Iaia, riedizione teatrale italiana del Toyer di Gardner McKay che fu un duraturo successo di Broadway.
"Il Giocattolaio" è un thriller psicologico claustrofobico nel quale il protagonista prende di mira le donne, pur decidendo di non ucciderle. Egli le seduce e le lobotomizza con molta destrezza, abbandonandole a un destino atroce: le rende bambole viventi, immobilizzate su una sedia a rotelle e disponibili ad ogni suo desiderio. Nello spettacolo, ricco di tensione e suspense, si susseguono colpi di scena a ritmo serrato che costringono lo spettatore a seguire tutta la vicenda col fiato sospeso.
“Il Giocattolaio” spinge lo spettatore a riflettere sul grande potere del carisma e sul desiderio dell’individuo suggestionato a credere a qualunque verità faccia comodo, a perdonare facilmente per poter ritornare nella sicura e confortevole quotidianità. La vittima è così pronta ad accettare ogni compromesso fino a provare desiderio sessuale nei confronti del carnefice. Lo spettacolo pone l’accento sulle fragilità dell’istinto umano e sulla capacità di accettare il degrado morale suggerendo però al pubblico che spesso esiste una possibilità di scelta e di riscatto.Il testo è in grado di indagare la capacità umana di manipolare il prossimo e la straordinaria attitudine dell’essere umano a mentire e a torcersi psicologicamente quando è mosso da forti emozioni soprattutto se si tratta di quelle più inconfessabili.
“Il Giocattolaio” in considerazione dei recenti e tragici casi di cronaca di violenza contro le donne, è purtroppo uno spettacolo di grande attualità che invita a una riflessione ampia sulle forme di violenza psicologica e fisica nei confronti delle categorie sociali più deboli (fonte: comunicato stampa).



Teatro Manzoni

Via Alessandro Manzoni, 40
20121 Milano
Tel: 02/7636901
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ORARIO SPETTACOLI:

domenica ore 15:30


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