Pirandello Pulp
Milano, Teatro Franco Parenti, dal 1° febbraio al 13 aprile 2025

Contiene matematica questa letteratura filosofica. Edoardo Erba, abile drammaturgo dal taglio moderno e post moderno, sonda attraverso l'ecoscandaglio di colui che intende cogliere il senso attuale della poetica eterna, immortale e poliedrica scomponendo ai minimi termini il costrutto del genio assoluto del teatro, premio Nobel per la Letteratura nel 1934 Luigi Pirandello.
Il puzzle ardito, accosta due monumentali opere: "Il giuoco delle parti", commedia vergata dal maestro nel 1918, al dramma "Enrico IV" (1921), citato su ardesia a gessetto nel limitare destro della scena, traendone un calcato inedito, ironico e convincente.
Assistiamo ad un match di ciclica commutazione fra i due protagonisti in campo: Maurizio (Massimo Dapporto), il regista, e Carmine (Fabio Troiano), un tecnico delle luci. Entrambi convinti di conoscere l'avversario per quel che di fatto non è, protesi a manipolarne l'intenzione plasmandola con la marca delle proprie aspettative. 
Leone, Guido e Silia, travagliati protagonisti dell'originale pièce, transitano quindi verso una dimensione urban fantasy che sfocerà nel geometrico delta del BDSM. Nell'incontro tra l'estetica pulp e la parafilia, l'azione si trasforma in una narrazione dell'eccesso, in cui l'atto trasgressivo si fa specchio di un desiderio di rottura dei canoni conformisti. 
L'elemento parafilico non è esclusivamente un'eccezione deviante bensì una manifestazione dell'inesorabile fuga nel proibito che circumnaviga le norme e rivela le fragilità intrinseche della condizione  umana. 
Accostando tale dimensione a Pirandello, la trasgressione assume una valenza ancora più complessa: essa diviene l'eco di una molteplicità di maschere e verità, in cui l'individuo, costretto a negoziare il proprio io interiore, si ritrova a confrontarsi con l'enigma della propria identità, consapevole di una condizione ambivalente. 
L'Enrico IV fa capolino come circostanza occulta salvifica, parimenti all'effige sardonica del maestro e letterato siciliano che campeggia sul retroscena. Incatenato volutamente Maurizio in un giogo masochistico, costretto in un ruolo che lo allontana dalla propria essenza diventando il volto della tragedia esistenziale recalcitrante alle mere apparenze.
La regia di Giole Dix, attore, comico, cabarettista, drammaturgo, doppiatore, regista teatrale e scrittore italiano, si palesa criticamente acuta, protesa a veicolare in bassorilievo una potente riflessione intorno al teatro che diventa uno specchio in cui l'apparenza si scontra con l'essenza, rivelando le innumerevoli maschere.


La presente recensione si riferisce allo spettacolo del 7 marzo 2025

Pirandello Pulp

di Edoardo Erba
regia Gioele Dix
con Massimo Dapporto e Fabio Troiano
scene Angelo Lodi
luci Cesare Agoni
costumi realizzati dalla sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni
produzione Teatro Franco Parenti 

Gioele Dix dirige Massimo Dapporto e Fabio Troiano in una versione attuale e irriverente de Il giuoco delle parti di Pirandello. Dal 4 al 6 marzo va in scena nella Sala Grande del Teatro Franco Parenti la novella del drammaturgo siciliano e Premio Nobel per la letteratura rivista in chiave moderna dalla penna di Edoardo Erba.
Siamo in prova, sul palco dove deve andare in scena Il Gioco delle Parti di Pirandello. Maurizio, il regista dello spettacolo, si aspettava un altro tecnico per il montaggio delle luci, ma si presenta Carmine, che non sa nulla dello spettacolo e soffre di vertigini. Maurizio è costretto a ripercorrere tutto il testo per farglielo capire e Carmine, pur di non salire sulla scala a piazzare le luci, si mette a discutere ogni dettaglio della regia. 
Le sue idee vengono da una sessualità vissuta pericolosamente, ma sono innovative, e Maurizio passa dall’irritazione all’entusiasmo, concependo l’idea di una regia pulp: un Gioco delle parti ambientato in uno squallido parcheggio di periferia, dove si consumano scambi di coppie.
I ruoli si invertono, e ora è Maurizio che sale e scende dalla scala per puntare le luci, mentre Carmine è diventato la mente pensante. Sembra un semplice gioco di ribaltamento dei ruoli, ma la scoperta di inquietanti verità scuoterà i precari equilibri trovati dai personaggi e farà precipitare la commedia verso un finale inaspettato (fonte: comunicato stampa).



Teatro Franco Parenti
Via Pier Lombardo, 14
20135 Milano
Tel:02 59995206
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ORARIO SPETTACOLI:

sabato, mercoledì, venerdì ore 19:45
domenica ore 16:15
martedì ore 20:00
giovedì ore 21:00


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