Il puzzle ardito, accosta due monumentali opere: "Il giuoco delle parti", commedia vergata dal maestro nel 1918, al dramma "Enrico IV" (1921), citato su ardesia a gessetto nel limitare destro della scena, traendone un calcato inedito, ironico e convincente. Assistiamo ad un match di ciclica commutazione fra i due protagonisti in campo: Maurizio (Massimo Dapporto), il regista, e Carmine (Fabio Troiano), un tecnico delle luci. Entrambi convinti di conoscere l'avversario per quel che di fatto non è, protesi a manipolarne l'intenzione plasmandola con la marca delle proprie aspettative. Leone, Guido e Silia, travagliati protagonisti dell'originale pièce, transitano quindi verso una dimensione urban fantasy che sfocerà nel geometrico delta del BDSM. Nell'incontro tra l'estetica pulp e la parafilia, l'azione si trasforma in una narrazione dell'eccesso, in cui l'atto trasgressivo si fa specchio di un desiderio di rottura dei canoni conformisti. L'elemento parafilico non è esclusivamente un'eccezione deviante bensì una manifestazione dell'inesorabile fuga nel proibito che circumnaviga le norme e rivela le fragilità intrinseche della condizione umana. Accostando tale dimensione a Pirandello, la trasgressione assume una valenza ancora più complessa: essa diviene l'eco di una molteplicità di maschere e verità, in cui l'individuo, costretto a negoziare il proprio io interiore, si ritrova a confrontarsi con l'enigma della propria identità, consapevole di una condizione ambivalente. L'Enrico IV fa capolino come circostanza occulta salvifica, parimenti all'effige sardonica del maestro e letterato siciliano che campeggia sul retroscena. Incatenato volutamente Maurizio in un giogo masochistico, costretto in un ruolo che lo allontana dalla propria essenza diventando il volto della tragedia esistenziale recalcitrante alle mere apparenze. La regia di Giole Dix, attore, comico, cabarettista, drammaturgo, doppiatore, regista teatrale e scrittore italiano, si palesa criticamente acuta, protesa a veicolare in bassorilievo una potente riflessione intorno al teatro che diventa uno specchio in cui l'apparenza si scontra con l'essenza, rivelando le innumerevoli maschere. La presente recensione si riferisce allo spettacolo del 7 marzo 2025 |
Pirandello Pulp |