Home Recensioni Album Pink Floyd - Pink Floyd at Pompeii MCMLXXII

Pink Floyd
Pink Floyd at Pompeii MCMLXXII

Per anni selvaggiamente bootlegato, il concerto dei Pink Floyd a Pompei esce oggi per la prima volta anche in versione ufficiale. 
Uscito nel 1972 soltanto nel formato video, il documentario diretto da Adrian Maben riporta la registrazione del concerto (senza pubblico) tenuto presso l'anfiteatro romano di Pompei, nel 1971, dal 4 al 7 ottobre, con scene integrative girate a Parigi nel successivo mese di dicembre.
L'opera è nata per volontà del citato regista: all'inizio del 1971, lo stesso aveva contattato Steve O’Rourke, manager del gruppo, proponendo un film che offresse la la musica dei Pink Floyd in combinazione con dipinti di artisti contemporanei come De Chirico o Magritte. L'iniziativa, tuttavia, fu bocciata dalla band.
Nel corso dell'estate, durante una vacanza in Italia, ritenendo di aver smarrito il passaporto negli scavi di PompeiMaben vi ritornò al crepuscolo con l'intento di cercarlo, rimanendo colpito dalla suggestioni e dal pàthos dello scenario, idealizzando la location perfetta per filmare la band dal vivo.
Fin dall'inizio, immaginò un concerto senza pubblico, in antitesi con la tendenza dei precedenti film-concerto (tra tutti Woodstock).
Convinti gruppo e management, ottenne dalla locale soprintendenza - grazie alla efficace intercessione dell'amico Ugo Carputi, professore dell'Università di Napoli - il permesso di effettuare una sei giorni di riprese all'interno del sito archeologico (che, per l'occasione, fu chiuso al pubblico).
Il materiale girato in Campania fu ritenuto quantitativamente insufficiente per il film, talché Maben integrò il documentario con riprese effettuate dal 13 al 20 dicembre 1971 presso l'Europasonor, uno studio di Parigi, in seguito montate con stralci del filmato girato a Pompei, assieme ad immagini di repertorio tratte dall'archivio della soprintendenza (alcune delle quali erano già state proiettate alle spalle dei musicisti durante il concerto).
In Francia, il regista, filmò "Set the Controls for the Heart of the Sun", "Careful with That Axe, Eugene", la sezione centrale di "Echoes" e "Mademoiselle Nobs", rifacimento in chiave strumentale e minimalista di "Seamus", quinta traccia dell'album "Meddle". Presentato all'Edimburgh Film Festival nel giugno del 1972, il lungometraggio aveva a quel punto raggiunto l'ora di durata.
Nel 1974, il film venne pubblicato nuovamente, impreziosito da nuovo materiale di studio relativo alla lavorazione di "The Dark Side of the Moon", completo di interviste agli studi di Abbey Road.
Era successo che - in ansia per la breve durata del film - nel gennaio del 1973 Maben aveva chiesto a Waters il permesso di filmare il gruppo mentre lavorava alla realizzazione di "The Dark Side of the Moon". Ottenuto il permesso, il regista aveva effettuato le riprese nei noti studi della EMI, integrando il tutto con interviste al quartetto, raggiungendo così la durata di 80 minuti.
La popolarità ottenuta con la pubblicazione dell'album oscurò il documentario in ragione del fatto che - ad eccezione delle scene catturate ad Abbey Road - il filmato documentava un periodo del gruppo ritenuto superato da un nuovo corso.
Trent'anni dopo, nel 2003, ancora Maben curò l'edizione in dvd (denominata "Director's Cut"), inserendovi elementi di computer grafica e alcuni contenuti speciali (un'intervista allo stesso regista e la prima versione del film, risalente al 1971). Quest'opera fu anche inclusa nel cofanetto "The Early Years 1965-1972", priva, tuttavia, di "Mademoiselle Nobs" e dei filmati di Abbey Road).
Così sintetizzata la vita dell'opera fino ai giorni nostri, è il caso di parlare di questa nuova versione che presenta immagini restaurate e un audio remixato.
Il film è stato restaurato a mano, fotogramma per fotogramma, grazie al ritrovamento del negativo originale, scovato negli archivi dei Pink Floyd, fino a quel momento ignorato in quanto etichettato in maniera errata. «Dal 1994», ha dichiarato Lana Topham, direttrice del restauro, «ho cercato le riprese di Live at Pompeii, quindi la recente scoperta del negativo originale da 35 mm del 1972 è stato un momento molto speciale. La versione appena restaurata presenta il primo taglio completo da 90 minuti, che unisce il montaggio originale da 60 minuti della performance con i segmenti documentari aggiuntivi degli Abbey Road Studios girati poco dopo».
La vera novità è rappresentata dall'uscita del formato vinilico, che vede finalmente la luce per la prima volta, dopo anni di edizioni pirata, peraltro numerosissime.
AL riguardo, va precisato che sull'audio è invece intervenuto Steven Wilson, che lo ha rimasterizzato digitalmente in 4K ed remixato ex novo. «Da quando mio padre mi ha fatto il lavaggio del cervello da bambino, facendomi ascoltare "The Dark Side of the Moon" in loop», ha dichiarato l'artista, «i Pink Floyd sono diventati la mia band preferita. Sono i miei Beatles, profondamente radicati nel mio DNA musicale. Ho visto per la prima volta Pompeii da una copia sgranata in un cinema locale. Mi ha fatto un’impressione incredibile, con la sua musica rock libera ed esplorativa fatta da quattro musicisti che sembravano incarnare la nozione di intellettuale cool. È stato un onore remixare la colonna sonora per accompagnare l’incredibile restauro del film di Lana Topham, che sembra essere stato girato ieri».
Il film sarà pubblicato in formato audio e video a maggio, con il titolo "Pink Floyd at Pompeii MCMLXXII" e sarà proiettato nei cinema IMAX il prossimo 24 aprile, con biglietti in vendita dal 5 marzo su pinkfloyd.film.
«Pink Floyd: Live at Pompeii», ha affermato Nick Mason, «è un documento raro e unico della band che si esibisce dal vivo nel periodo precedente a The Dark Side of the Moon».
Tralasciando considerazioni sugli 8 brani che compomgono la tracklist originaria (7, in realtà, considerando che "Echoes" è divisa in due parti), ormai ampiamente conosciuta, la vera novità è rappresentata dal fatto che l'opera conterrà anche due brani mai pubblicati in precedenza: una take alternativa di "Careful with That Axe, Eugene" e una versione inedita di "A Saucerful of Secrets", entrambe sostanzialmente simili alle versioni già note ma gradevolissime, specie per i numerosi completisti della band. Si tratta di brani pescati da quei quattro giorni di riprese, altrove certamente inediti, considerando che le label pirata non hanno mai avuto accesso a quei nastri ma hanno sempre attinto la fonte dai due video ufficiali. Al riguardo, va detto che i Pink Floyd pretesero ed ottennero di suonare rigorosamente dal vivo, rifiutando categoricamente il playback.




Curiosità.
Il rigetto del playback comportò il trasporto in loco di tutta l'attrezzatura, luci escluse, assieme ad un impianto registrazione a 24 tracce in grado di garantire la medesima qualità sonora dei loro lavori in studio. Giunta sul posto, la troupe scoprì di non avere sufficiente elettricità per alimentare l'immensa attrezzatura portata al seguito. Fu pertanto deciso di attingere la corrente elettrica dal municipio, previa collocazione di un lunghissimo cavo che percorreva le strade della cittadina. Questo inconveniente portò la durata delle riprese da 6 a 4.
Ciascun brano fu eseguito in sezioni separate, poi montate assieme successivamente. Finito di essere eseguito, ogni brano (anzi, ogni sezione di brano) veniva ascoltata dai membri per la definitiva approvazione.
Fino ad oggi, venne ritenuto che alcune bobine di pellicola fossero smarrite: ciò spiega perché il brano "One of These Days" si concentra prevalentemente sulla esecuzione di Nick Mason (che confermò l'aneddoto nella sua autobiografia "Inside out", del 2004).

Le sequenze girate a Parigi si distinguono chiaramente grazie alla barba di Richard Wright, presente in Italia, assente in Francia.
La prima inglese dell'opera, si sarebbe dovuta tenere il 25 novembre 1972 al Rainbow Theatre di Londra, ma fu all'ultimo momento bloccata dal gestore del teatro per ragioni burocratiche.
Nel coso delle registrazione agli Abbey Road Studios, i Pink Floyd vengono ripresi nell'azione di sovraincidere le singole parti strumentali su basi già fissate: nessuna di queste quali compare nella versione definitiva del disco.
All'epoca delle riprese a Pompei, l'album "Meddle" (da cui vennero estratti i brani "One of These Days" ed "Echoes"), non era ancora stato pubblicato, sebbene il gruppo ne avesse già ultimato le registrazioni in agosto (il titolo fu pubblicato il 30 ottobre negli Stati Uniti e il 5 novembre in Europa).
Avendo sforato il badget a sua disposizione, Maben fu costretto a completare il montaggio del presso la sua abitazione.





David Gilmour – guitars, vocals
Roger Waters – bass, vocals
Richard Wright – keyboards, vocals
Nick Mason – drums, percussion

Anno: 2025
Label: Legacy
Genere: prog

Tracklist:
Side A
1. "Pompeii Intro"
2. "Echoes - Part 1"
3. "Careful With That Axe, Eugene"
Side B
1. "A Saucerful of Secrets"
2. "Set the Controls for the Heart of the Sun"
Side C
1. "One of These Days"
2. "Mademoiselle Nobs"
2. "Echoes - Part 2"
Side D
1. "Careful with That Axe, Eugene" (Alternate Take 2)
2. "A Saucerful of Secrets" (Unedited)



Banner

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.